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La notte della Dea: Bergamo abbraccia la sua storia davanti alla statua dell’Europa League
Oggi alle 07:00Primo Piano
di Redazione TuttoAtalanta.com
per Tuttoatalanta.com

La notte della Dea: Bergamo abbraccia la sua storia davanti alla statua dell’Europa League

Un popolo in festa per celebrare 118 anni di orgoglio atalantino e un sogno scolpito nel marmo: «Dedicata a chi l’ha sempre sognata e non ha potuto viverla»

Sul basamento è inciso un messaggio che vale più di mille discorsi: «Dedicata a chi l’ha sempre sognata e non ha potuto viverla». In quella frase si racchiude il senso profondo di un popolo, il cuore pulsante di una città che ha fatto del calcio un’identità. La nuova statua dell’Europa League, alta due metri e mezzo e scolpita nel marmo bianco, è più di un monumento: è la materializzazione di un’emozione collettiva. La coppa di Dublino 2024, quella che ha portato Bergamo in cima all’Europa, ora brilla davanti alla Curva Sud come simbolo di un sogno realizzato e di una storia che non smetterà mai di battere.

DAL FANGO ALL’EUROPA – La lunga strada della Dea
C’è tutta l’essenza dell’Atalanta in questa celebrazione: la capacità di partire da lontano, dai campi di provincia di Sant’Angelo Lodigiano, San Benedetto del Tronto e Fermo, fino a scrivere la propria epopea ad Anfield e a Dublino. Centodiciotto anni di passione, sacrificio e orgoglio provinciale trasformato in una dimensione internazionale. Dietro quella statua, voluta e finanziata euro dopo euro dai gruppi ultrà di entrambe le curve, c’è la determinazione di chi non dimentica da dove arriva. Una scultura che unisce la Bergamo dei sacrifici alla Bergamo delle luci europee, un ponte tra la memoria e la leggenda.

UN MARE NERAZZURRO – L’abbraccio del popolo e dei suoi eroi
In piazzale Goisis - descrive L'Eco di Bergamo -, gremito di bandiere, birra e salamelle, l’Atalanta ha celebrato la sua gente e i suoi protagonisti.
Sul palco, un fiume di emozione: da Gianpaolo Bellini, applaudito come un figlio della città, agli eroi della Dea di ieri e di oggi — Bonacina, Carrera, Tissone, Colantuono, Ariatti, Magrin, Gentile, Finardi, e tanti altri. C’è stata anche la voce argentina di Claudio Caniggia, collegato da lontano ma ancora legatissimo a Bergamo, che ha definito la vittoria contro il Leverkusen «un’impresa meravigliosa e meritata».
Sul grande schermo, le immagini della cavalcata europea scorrevano come un film che nessuno si stancherà mai di guardare: dai gol di Pasalic e Lookman alla notte di gloria in Irlanda.

LA DEA DI OGGI – Djimsiti, De Roon e Juric in rappresentanza del presente
La serata ha unito generazioni diverse in un unico abbraccio. A rappresentare la squadra attuale c’erano Marten De Roon, Mario Pašalić, Berat Djimsiti, Sead Kolašinac e Francesco Rossi. Tutti insieme, insieme ai Percassi e a mister Ivan Juric, a testimoniare la continuità di un progetto che non ha mai smesso di crescere. «Tenere così una maglia dell’Atalanta significa rispettare la nostra storia», ha sottolineato l’amministratore delegato Luca Percassi, visibilmente emozionato. Il presidente Antonio Percassi ha poi chiuso con parole semplici ma cariche di significato: «La nostra forza è questa tifoseria straordinaria. È un patrimonio unico, e senza di voi nulla sarebbe possibile».

IL SALUTO DEL GASP – Un addio che sa ancora di famiglia
Anche Gian Piero Gasperini, oggi alla Roma, ha voluto essere parte della festa con un videomessaggio pieno di gratitudine. «La vittoria dell’Europa League è stato il culmine di un percorso straordinario che abbiamo vissuto tutti insieme – ha detto –. Forse non ho salutato come avrei dovuto, ma il tempo e le azioni hanno dimostrato che l’affetto tra noi rimarrà indelebile». Dopo un primo silenzio, la piazza si è sciolta in un applauso corale, confermando che l’amore per il Gasp — nonostante tutto — non si cancella.

LA FORZA DI UNA FEDE – Una città che non smette di sognare
Mentre il cielo sopra la New Balance Arena si tingeva di rosso per i fumogeni e la statua dell’Europa League si accendeva sotto le luci della sera, Bergamo ha rinnovato il suo patto d’amore con l’Atalanta. Dalla Serie C alla Champions, dai campi fangosi alle notti europee, la Dea continua a incarnare la storia di una città che non si arrende mai.
E quella frase incisa sul marmo, «Dedicata a chi l’ha sempre sognata e non ha potuto viverla», non è solo un ricordo: è una promessa.
Perché l’Atalanta, come la sua gente, non smetterà mai di sognare.