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Sconcerti sul CorSera: "La Juventus ha buoni giocatori comuni, non campioni"TUTTO mercato WEB
giovedì 28 ottobre 2021, 08:28Rassegna stampa
di Alessio Del Lungo

Sconcerti sul CorSera: "La Juventus ha buoni giocatori comuni, non campioni"

Il direttore Mario Sconcerti, all'interno del Corriere della Sera, ha come sempre analizzato le gare di Serie A. Questi alcuni estratti del suo commento: "La Juve esce di scena nel momento esatto in cui rinuncia al suo gioco difensivo. Era un errore evidente credere fosse Allegri il profeta del catenaccio. Allegri ha un concetto personale dell’equilibrio, ma sa come far giocare nei dettagli una grande squadra. [...] la Juve è una squadra di buoni giocatori comuni. Non c’è nessun cattivo giocatore nella Juve, ma quelli che ha non bastano. [...] È questa somma di normalità a tenere in una classifica scarsa la Juve. Nel giorno in cui si è cercato di giocare di nuovo al calcio, è diventato chiaro che non è un problema di schema. È che gli altri, semplicemente, sono come noi. E la squadra non si aiuta, è frammentata. [...] Ma nel gioco è sempre stato superiore il Sassuolo. L’Inter ha vinto quasi per superiorità naturale. I campionati sono questi, dare il meglio quando serve, prendersi il resto per qualifica, importanza [...]. Siamo un campionato agonistico, non di qualità. Con un particolare: nessuno dei tre tecnici in corsa ha mai vinto uno scudetto, [...] In questo clima è diventato importante uno come Dimarco che sa fare tutto, ed è diventato una specie di fotografia del nostro calcio di oggi. Buono, quasi colto nel gioco e nella posizione, molto fisico. È a suo modo l’altro Hakimi, ha soluzioni inedite. Ha vinto una partita fondamentale la Roma. Essere quarta oggi che la Juve si ferma ha un significato reale. Pellegrini è al suo quinto gol, è ormai uno dei centrocampisti più interessanti d’Europa. Sta tornando anche l’Atalanta, a piccoli passi, ma resistenti. Non ho visto niente di moderno nel gioco della Fiorentina. Lentezza e possesso inutile, pochi palloni per Vlahovic. Avrebbe dovuto accettare questa modestia perché è nato lì? Non funziona così né il calcio né la vita".