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Lookman: "Gasp ha ragione, faccio parte della storia del calcio. Pallone d'Oro? Cosa pazza"
"Quando ho visto il mio nome tra i 30 candidati per il Pallone d'Oro mi sono detto che era una cosa da pazzi". Ademola Lookman, attaccante dell'Atalanta, ha concesso un'intervista a France Football, approfondendo molti aspetti legati al calcio, ma anche alcuni relativi alle sue origini: "A Londra, tra Peckham e Camberwell, c'erano un sacco di comunità di origini e culture diverse, e anche una grande comunità nigeriana. Era la mia Little Lagos e ne riserbo molti bei ricordi. Viverci rende più forti, più duri, difficili da spezzare. Ho imparato a lavorare duro, perché se di talento ce n'è molto, non basta. Tanti hanno scelto la vita di strada. Per me non è mai stata un'opzione. La mia vita era casa, scuola e calcio. Mio padre e una delle due mie sorelle vivevano in Nigeria, a Lagos. Io con mia madre e un'altra sorella a Londra. Mia madre è superwoman, una persona geniale, lavorava molto ma a volte non aveva tempo per prepararmi da mangiare, così andavo dai vicini".
Cosa ha provato a vincere l'Europa League?
"La sensazione di vincere e avere l'oro al collo è una sensazione imparagonabile. E scrivere la storia in una città piccola come Bergamo è qualcosa di straordinario. Mi ha molto colpito il fatto che Gasperini qualche giorno dopo mi abbia detto che sono entrato a far parte della storia del calcio. È vero, è un onore, ma ho lavorato tanto per arrivare fin qui".
Che cosa rappresenta per lei la Nigeria?
"Ho imparato a capirla nel tempo. Anche se ho fatto le giovanili con l'Inghilterra, vincendo anche il Mondiale U20 nel 2017, ho deciso con il cuore di giocare per i Super Eagles perché ho un legame intimo e personale con questo Paese".
Chi erano i suoi idoli?
"Da piccolo ammiravo Robinho, un giocatore diverso. E poi naturalmente Messi e Cristiano Ronaldo. Il mio è un calcio istintivo. Se ci penso troppo mi blocco".
Torniamo al Pallone d'Oro. Che effetto le fa essere tra i 30 candidati a vincerlo?
"Una cosa pazza. Ed essere il solo africano della lista è ancora più speciale. Ne sono fiero. È un onore, sapendo da dove vengo. Esultanza? È nata a Bergamo e viene dal mio nome: Look-man".
Cosa ha provato a vincere l'Europa League?
"La sensazione di vincere e avere l'oro al collo è una sensazione imparagonabile. E scrivere la storia in una città piccola come Bergamo è qualcosa di straordinario. Mi ha molto colpito il fatto che Gasperini qualche giorno dopo mi abbia detto che sono entrato a far parte della storia del calcio. È vero, è un onore, ma ho lavorato tanto per arrivare fin qui".
Che cosa rappresenta per lei la Nigeria?
"Ho imparato a capirla nel tempo. Anche se ho fatto le giovanili con l'Inghilterra, vincendo anche il Mondiale U20 nel 2017, ho deciso con il cuore di giocare per i Super Eagles perché ho un legame intimo e personale con questo Paese".
Chi erano i suoi idoli?
"Da piccolo ammiravo Robinho, un giocatore diverso. E poi naturalmente Messi e Cristiano Ronaldo. Il mio è un calcio istintivo. Se ci penso troppo mi blocco".
Torniamo al Pallone d'Oro. Che effetto le fa essere tra i 30 candidati a vincerlo?
"Una cosa pazza. Ed essere il solo africano della lista è ancora più speciale. Ne sono fiero. È un onore, sapendo da dove vengo. Esultanza? È nata a Bergamo e viene dal mio nome: Look-man".
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