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La strana estate dell’Inter: era più facile quando non c’erano i soldi? Lookman stop, attenti a Ederson. Il Napoli riparte dal via, a Roma il terzo doppione di DybalaTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00Editoriale
di Ivan Cardia

La strana estate dell’Inter: era più facile quando non c’erano i soldi? Lookman stop, attenti a Ederson. Il Napoli riparte dal via, a Roma il terzo doppione di Dybala

A furia di cambiare direzione, ci siamo persi. Il viaggio inglese per Fabregas, con la successiva virata italiana su Chivu - che non sarà stato la seconda scelta, ma di sicuro non era la prima -, doveva far capire a che tipo di estate stesse andando incontro l’Inter. Il mercato condotto nella finestra straordinaria per il Mondiale per club, prima che il nuovo allenatore potesse farsi un’idea della squadra a sua disposizione, aveva illuso: se spendono 62 milioni per tre (buoni? Ottimi? Chi lo sa?) giovani giocatori, ci saranno risorse anche per altri innesti. E invece, a meno di una settimana dall’inizio del proprio campionato, l’Inter è clamorosamente indietro. Ma non è questa la cosa più strana, dato che la squadra resta comunque forte, perché (non solo ma anche per merito di Inzaghi) negli ultimi anni tutti hanno lavorato egregiamente. La cosa più particolare dell’insondabile estate interista è che la priorità cambia a ogni rintocco di orologio. A furia di aspettare, Leoni - che forse era considerato un po’ troppo costoso - è andato altrove. Tutto su Lookman, e poi all’improvviso arriva lo stop alle trattative, proprio quando il dialogo con l’Atalanta (vedasi Zalewski) si è riaperto. Se crederci o meno, sospendiamo il giudizio: pare che davvero le due operazioni non siano collegate, ma se poi a settembre Ademola giocasse nell’Inter non ci sorprenderemmo più di tanto. Sta di fatto che, sfumato lui, l’obiettivo prioritario non è più un attaccante, ma un centrocampista. Bonny ed Esposito convincono, e poi di attaccanti a buon prezzo è pieno il mercato (mah, sarà), ora in viale della Liberazione si cerca uno che abbia muscoli e cervello. Il che va benissimo, per carità, un centrocampista del genere ai nerazzurri serve come il pane: è che manca soltanto tuffarsi su un portiere e poi bisogna ricominciare il giro delle priorità da 40/50 milioni che però non arrivano a Milano. Per ora al primo posto c’è Manu Koné, altro passaggio difficilmente comprensibile: è stato proposto, era pronta l’offerta, poi è stato tolto dal mercato. Ma a targhe alterne: oggi incedibile, domani cedibile, dopodomani vediamo. In mediana, occhio a Ederson: Zalewski testimonia che Inter e Atalanta, quando vogliono, si parlano e capiscono alla perfezione. Il brasiliano è sempre stato molto gradito in viale della Liberazione, se il polacco non è stato l’antipasto per tornare a discutere di Lookman potrebbe essere il grimaldello per arrivare all’ex Salernitana. Che costa più di Lookman, ma questo è un altro punto molto interessante: per anni, Marotta, Ausilio e Baccin hanno fatto cose non buone, non egregie, non ottime. Ne hanno fatte di eccezionali, strepitose, straordinarie. Senza soldi. Perché nelle ultime stagioni si sono dovuti inventare una squadra dopo l’altra in totale autofinanziamento e questo - al di là delle baggianate di chi “eh, ma uno scudetto in quattro anni” - induce a sostenere due cose: a) hanno ampie riserve di credibilità; b) qualcosa faranno anche ora che di soldi hanno. Resta l’apparente incongruenza: finché l’Inter non aveva moneta, riusciva a fare di tutto. Ora che ha (centesimo più centesimo meno) 80/90 milioni di euro da poter spendere, non riesce a prendere nessuno e potrebbe arrivare alla prima di campionato con (praticamente) la stessa formazione che ha chiuso l’ultimo. Bel rischio, peraltro. Pensieri sparsi sul resto della combriccola in Serie A, dove continuiamo ad arrabattarci con quel (poco) che abbiamo: Arsenal, Chelsea e Liverpool finora hanno speso più di tutte le squadre del campionato italiano messe insieme, e non siamo arrivati nemmeno alla M di Manchester. Fatevi due conti. L’infortunio di Lukaku fa ripartire dal via il Napoli, l’unica a essersi rinforzata finora, godendo del doppio vantaggio competitivo Conte+scudetto sulla maglia: considerato che Big Rom potrebbe essere out fino a gennaio, le ambizioni di scudetto degli azzurri si misurano dal nuovo attaccante. Non tanto per la scelta, quanto perché chi arriverà farà capire quanto voglia il tris De Laurentiis. Zirkzee prima scelta (e vorremmo vedere), ma Hojlund sarebbe una bella pesca. Più utile al Napoli che al Milan, che invece dovrebbe smettere di tergiversare e puntare dritto su Vlahovic: ok tirare la corda perché la Juve di Comolli non sa che pesci pigliare, ma a portarle per le lunghe si rischiano imprevisti. La Roma ha preso Bailey: bene, bravo, bis (nel senso che Gasperini ne vuole un altro, di esterno offensivo), ma è il secondo giocatore difficilmente compatibile - sì, nel titolo c’è scritto doppione per questione di sintesi: non è proprio un doppione, ma il succo è quello - con Dybala, dopo Soulé. La Joya non è il giocatore più adatto al calcio di Gasp, e non lo si scopre oggi, ma se c’è - tra classe superiore e video emozionale per dire no all’Arabia quando forse conveniva salutarsi - non può essere trattato come uno qualunque. Per il bene di tutti.