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Le lacrime da coccodrillo di Inter e Juventus, ma il Milan ha lo stesso fatturato da quasi 15 anni (e non è un merito). In Italia gli stadi si vorrebbero fare, ma sempre con i soldi degli altriTUTTO mercato WEB
© foto di Lorenzo Di Benedetto
sabato 14 gennaio 2023, 10:48Editoriale
di Andrea Losapio

Le lacrime da coccodrillo di Inter e Juventus, ma il Milan ha lo stesso fatturato da quasi 15 anni (e non è un merito). In Italia gli stadi si vorrebbero fare, ma sempre con i soldi degli altri

La parole di Maldini prima di Milan-Torino hanno spiegato esattamente qual è il senso del pallone italiano. "Qualcuno versa lacrime di coccodrillo dicendo che il calcio è in difficoltà", il virgolettato incriminato del direttore tecnico rossonero, che ha praticamente tirato in ballo le altre big come Juventus e Inter, con i dirigenti che continuano a lamentarsi per l'avvento del Covid ma che sono i primi a non tagliare le spese, facendo registrare rossi da record.

I bianconeri hanno chiuso con un -239,3 milioni, l'anno precedente con un -238, viziato però sia dallo stipendio di Cristiano Ronaldo e dal Covid che aveva portato gli stadi a chiudere, ma anche con un traslamento di diritti televisivi su luglio e agosto rispetto al 2020. Quindi di fatto è una situazione abbastanza particolare e straordinaria. In ogni caso sono quasi 480 milioni di rosso, un'enormità che non si può spiegare solamente con il Coronavirus, che di certo ha fatto registrare perdite sugli spalti e in sponsorizzazioni ma, stando larghi, siamo intorno ai -70 o -80 a stagione. Comunque tanti, non c'è che dire, per chi voleva essere in espansione. La realtà è che la mossa Cristiano Ronaldo è stata un errore marchiano, perché il brand non ne ha giovato, le casse invece sono andate in rosso fuoco. Prendere CR7 a 28-29 anni è una cosa, prenderlo qualche anno più tardi è un'altra, perché la carta di identità non regala niente a nessuno, neanche ai giocatori migliori della storia del calcio.

Invece i nerazzurri, oltre al rosso incredibile che c'è anno per anno, riescono a rifiutare l'offerta per Skriniar facendolo andare via a parametro zero, una follia, magari non tecnica ma certamente economica. Zhang invece cerca di rifinanziare un bond a interessi altissimi per non dover vendere (in che mondo può capitare? Solo nel calcio) lanciando la palla un po' più avanti per cercare di arrivare al nuovo San Siro - ma ne parleremo più avanti. Non c'è la cessione di Lautaro, quelle di Lukaku e Hakimi sono state utilizzate per rintuzzare rossi spaventosi che, comunque, sono arrivati. 245 milioni nel 2021, 140 l'anno dopo, con la sottolineatura "ridotta di circa €105 milioni rispetto ai €245,6 milioni del 2021".


Detto che finché c'è qualcuno che ripiana, che mette soldi propri, che finanzia e fa rimanere in piedi la barca, va tutto bene, ci si può sempre chiedere dove sia la FIGC. Però non sarebbero solo Juventus e Inter, ma anche il Milan e la Roma ad avere perso cifre pazzesche nel corso degli ultimi dieci anni e non è (quasi) mai successo niente. Perché c'è sempre Pantalone che paga. La realtà è che i dirigenti calcistici vivono sulla luna e spesso non sono abbastanza strutturati per portare avanti aziende di certe dimensioni. I proprietari americani si sono lamentati nei confronti della FIGC che chi fa da direttore tecnico o sportivo spesso non ha le basi economiche e hanno incominciato a pretendere la formazione di dirigenti anche in questi campi. Che la rivoluzione sia iniziata? Difficile dirlo.

Cosa non è difficile dire è che il Milan è da 15 anni che guadagna sempre le stesse cifre in un bilancio strutturato, intorno ai 250 milioni. Si abbassano quando non c'è la qualificazione Champions, si alzano se va oltre i gironi, ma è quella la stessa cifra. Il Real Madrid ne guadagnava 400 e ora va sopra il miliardo. Lasciando perdere le inglesi. La realtà è che le italiane pensavano che i diritti televisivi aumentassero sempre, qualsiasi risultato capitasse, anche se la Juventus vince per 9 anni consecutivi lo Scudetto e tutte quante giocano più per il risultato che non per cercare di proporre spettacolo. Gli stadi semi vuoti, da casa, fanno tristezza agli italiani, figuriamoci agli stranieri che devono guardare. Ed è il motivo per cui i club si allontanano sempre di più dai propri tifosi, si chiudono in una torre d'Avorio pensando che il tifoso debba esserlo sempre. Non è così. Anche se ti chiami Milan, Inter o Juventus.

Per superare questa impasse bisognerebbe anche fare gli stadi. Ma anche qui, in realtà, i club vogliono farli con i soldi degli altri. Oppure creano cattedrali nel deserto, come lo Juventus Stadium (che però ha un'area enorme dove crescere in altra maniera) oppure la Dacia Arena: chi andrà mai a Udine a vedere il museo dell'Udinese? Lo stadio è bello, ma siamo troppo abituati oramai a vederla da casa e nessuno ha una politica vera per aumentare i ricavi. D'altro canto anche i ristoranti non sono ricollegabili alla società, bensì sono spazi in affitto. Difficile aumentare i ricavi così, ma alla fine a nessuno importa fino in fondo.