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Compattezza, cuore e difesa blindata: come è cambiato il Genoa nell'ultimo mese
Un cambio di rotta deciso. Un colpo deciso al timone di una nave la cui prua sembrava diretta verso gli scogli. Una virata secca che l'ha condotta verso acque più tranquille, ma non ancora in salvo. E' stato un mese molto intenso quello del Genoa. Dal 23 dicembre scorso, sera del quarto debutto in panchina di Davide Ballardini, a domenica scorsa - il 24 gennaio - i rossoblu hanno dato una sterzata decisiva alla propria stagione. Alla vigilia del derby ligure contro lo Spezia, il Grifone era penultimo in classifica con 7 punti, a -4 dalla salvezza e con 26 reti subite.
11 punti in sei partite - Eppure ancora una volta il "mr. Wolf" rossoblu ha saputo toccare le corde giuste, mettendo in campo una formazione ordinata e capace di badare al sodo. La squadra sa imporre il proprio gioco quando è il momento e, se è necessario, soffrire per portare a casa il risultato come in occasione dell'ultimo match al "Ferraris". Il biglietto da visita è stato di quelli importanti: successo a La Spezia e pareggio in casa contro la Lazio di Simone Inzaghi. Poi la sconfitta in casa del lanciassimo Sassuolo, di misura per 2-1, ed infine le vittorie casalinghe con Bologna e Cagliari inframmezzate dal pareggio a reti bianche a Bergamo contro l'Atalanta.
Difesa blindata - Può sorridere la retroguardia, che risulta essere registrata a dovere. Con il ritorno del capitano Mimmo Criscito, insieme all'esperienza di Masiello e al nuovo "ministro della difesa" Radovanovic, sempre più leader del pacchetto arretrato, il Genoa non subisce reti da tre giornate. Il merito va equamente distribuito a tutta la squadra e alla fase difensiva, decisamente più compatta, dettata dal tecnico ravennate con gli esterni che si abbassano e giocatori del calibro di Badelj e Strootman a fare filtro in mezzo al campo. L'ultima rete subita in campionato - in Coppa Italia va segnalato che il Grifone ha tenuto testa alla Juve portandola ai supplementari - è datata 6 gennaio a Reggio Emilia. Da quel momento la porta di Perin è rimasta imbattuta per 308 minuti. Un buon viatico per la salvezza.
11 punti in sei partite - Eppure ancora una volta il "mr. Wolf" rossoblu ha saputo toccare le corde giuste, mettendo in campo una formazione ordinata e capace di badare al sodo. La squadra sa imporre il proprio gioco quando è il momento e, se è necessario, soffrire per portare a casa il risultato come in occasione dell'ultimo match al "Ferraris". Il biglietto da visita è stato di quelli importanti: successo a La Spezia e pareggio in casa contro la Lazio di Simone Inzaghi. Poi la sconfitta in casa del lanciassimo Sassuolo, di misura per 2-1, ed infine le vittorie casalinghe con Bologna e Cagliari inframmezzate dal pareggio a reti bianche a Bergamo contro l'Atalanta.
Difesa blindata - Può sorridere la retroguardia, che risulta essere registrata a dovere. Con il ritorno del capitano Mimmo Criscito, insieme all'esperienza di Masiello e al nuovo "ministro della difesa" Radovanovic, sempre più leader del pacchetto arretrato, il Genoa non subisce reti da tre giornate. Il merito va equamente distribuito a tutta la squadra e alla fase difensiva, decisamente più compatta, dettata dal tecnico ravennate con gli esterni che si abbassano e giocatori del calibro di Badelj e Strootman a fare filtro in mezzo al campo. L'ultima rete subita in campionato - in Coppa Italia va segnalato che il Grifone ha tenuto testa alla Juve portandola ai supplementari - è datata 6 gennaio a Reggio Emilia. Da quel momento la porta di Perin è rimasta imbattuta per 308 minuti. Un buon viatico per la salvezza.
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