Faragò: "Subiti 13 interventi, faticavo a camminare. Tra viti e frutteti ho smesso di soffrire"
Paolo Faragò, 32enne ex Cagliari, Bologna, Novara, Lecce e Como, si è ritirato molto presto dal calcio a causa di continui problemi fisici, che ne hanno influenzato la carriera, come racconta a La Gazzetta dello Sport: "Avevo difficoltà anche nei movimenti più semplici. Faticavo a camminare, dovevo sempre prendere antidolorifici. Ho cominciato la trafila delle visite, ma nessun dottore riusciva a capire che cosa avessi".
Presto è iniziato il calvario: "Per tredici volte sono finito sotto i ferri, senza riuscire a risolvere il problema. I medici non si spiegavano come facessi a giocare. Una volta un chirurgo mi disse: 'Conosci la storia del calabrone? Secondo la fisica non ha la struttura alare adatta per volare. Eppure ci riesce. La tua situazione è molto simile'. Alternavo lunghi periodi in stampelle a qualche allenamento".
Infine parla degli avversari più difficili da affrontare contro cui abbia mai giocato: "Faccio due nomi, tutt'altro che scontati. Uno è l'ex giocatore del Torino Ansaldi: si divertiva a dribblare, sulla fascia era incontenibile. Tackle, scivolate, Ansaldi si rialzava e correva ancora più forte. L'altro è Ljajic, ti faceva venire il mal di testa. Ora voglio trascorrere una vita serena in campagna. Ho appena piantato decine di ulivi. Tra viti e frutteti io ho smesso di soffrire".
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