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La SPAL riflette su Semplici: pro e contro di un passo indietro sul tecnico
"Notte di riflessione". Il presidente Mattioli ha aperto la crisi di governo in casa SPAL. La riflessione è quella sulla posizione di Leonardo Semplici, a questo punto a rischio dopo un periodo nero che più nero non si potrebbe. Tra infortuni, prestazioni deludenti e risultati che non arrivano, non è però detto che sia l'allenatore il problema di questa squadra.
CONTRO SEMPLICI - La scossa sarebbe il motivo principale dietro la scelta di un esonero. È la ricetta più antica del calcio: quando va male, l'allenatore è il primo a pagare. A volte funziona, a volte no. In questo caso, è oggettivo che il tecnico non abbia trovato soluzioni a una deriva preoccupante. Soprattutto negli scontri diretti: in questa stagione, la SPAL ha perso in casa contro Lecce, Sampdoria, Genoa e oggi Brescia. Peggio era difficile fare. Il calendario da qui a fine anno non aiuta, infine: la Roma a Roma, il Torino a Torino. Fare punti sarà difficile, e allora tanto vale provarci con una scossa.
PRO SEMPLICI - Tanto per cominciare, perdonate un po' di cacofonia, la squadra non dà l'impressione di giocare contro il proprio allenatore. I limiti ci sono, ma l'impegno non manca. E Paloschi, uno che ha giocato col contagocce ma entra così bene in partita, è un altro segnale che le buone intenzioni ci sono tutte. Poi proprio il calendario: dal Torino al Verona la SPAL avrà, come quasi tutte, due settimane per fare ogni riflessione del caso. Si può rimandare. Ancora, le attenuanti: Semplici non cerca alibi, ma dei tanti esterni in rosa oggi ne aveva a disposizione zero. Gli infortuni pesano, hanno stravolto tutti i programmi e non è un dato da cui prescindere. Certo, da un allenatore ci si aspetta che trovi soluzioni. Ma Semplici ha già dimostrato di sapere come fare: l'anno scorso, dopo un buon avvio, la squadra andò incontro a un periodo di ben 16 partite con una sola vittoria e qualche pareggio a fare da palliativo. Non proprio paragonabile al buio pesto attuale, ma i passi falsi non mancarono (lo 0-3 col Frosinone, per esempio). Il finale, però, lo conosciamo tutti: ripresa, vittorie su Roma, Lazio e Juve, salvezza. Un lieto fine a cui Semplici anela ancora. A patto che, se la riflessione porterà alla fiducia, la squadra cambi passo davvero.
CONTRO SEMPLICI - La scossa sarebbe il motivo principale dietro la scelta di un esonero. È la ricetta più antica del calcio: quando va male, l'allenatore è il primo a pagare. A volte funziona, a volte no. In questo caso, è oggettivo che il tecnico non abbia trovato soluzioni a una deriva preoccupante. Soprattutto negli scontri diretti: in questa stagione, la SPAL ha perso in casa contro Lecce, Sampdoria, Genoa e oggi Brescia. Peggio era difficile fare. Il calendario da qui a fine anno non aiuta, infine: la Roma a Roma, il Torino a Torino. Fare punti sarà difficile, e allora tanto vale provarci con una scossa.
PRO SEMPLICI - Tanto per cominciare, perdonate un po' di cacofonia, la squadra non dà l'impressione di giocare contro il proprio allenatore. I limiti ci sono, ma l'impegno non manca. E Paloschi, uno che ha giocato col contagocce ma entra così bene in partita, è un altro segnale che le buone intenzioni ci sono tutte. Poi proprio il calendario: dal Torino al Verona la SPAL avrà, come quasi tutte, due settimane per fare ogni riflessione del caso. Si può rimandare. Ancora, le attenuanti: Semplici non cerca alibi, ma dei tanti esterni in rosa oggi ne aveva a disposizione zero. Gli infortuni pesano, hanno stravolto tutti i programmi e non è un dato da cui prescindere. Certo, da un allenatore ci si aspetta che trovi soluzioni. Ma Semplici ha già dimostrato di sapere come fare: l'anno scorso, dopo un buon avvio, la squadra andò incontro a un periodo di ben 16 partite con una sola vittoria e qualche pareggio a fare da palliativo. Non proprio paragonabile al buio pesto attuale, ma i passi falsi non mancarono (lo 0-3 col Frosinone, per esempio). Il finale, però, lo conosciamo tutti: ripresa, vittorie su Roma, Lazio e Juve, salvezza. Un lieto fine a cui Semplici anela ancora. A patto che, se la riflessione porterà alla fiducia, la squadra cambi passo davvero.
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