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Bruno saluta il calcio giocato: "Il momento più bello l'esordio in Serie A con il Napoli"
Quasi 25 anni di carriera, oltre 200 gol. Ma adesso è arrivato il momento di appendere le scarpette al chiodo.
Salvatore Bruno, fino a pochi giorni fa attaccante dell’Agazzanese (squadra militante nel campionato di Eccellenza), ha deciso di lasciare il calcio giocato, anche a seguito dell'ultimo infortunio.
Ai microfoni di sportpiacenza.it ha ripercorso la sua carriera: "Il momento più intenso è stato sicuramente l’esordio in Serie A con il Napoli, la mia città e la mia squadra del cuore. C’erano 60mila persone sugli spalti, io titolare in Napoli-Brescia con Collina ad arbitrare. A ripensarci mi emoziono ancora adesso. L’annata migliore? Una sola è difficile da scegliere. Dico Ascoli, con la promozione in Serie B condita da 15 gol oppure le due a Modena, con 18 reti a ogni annata: in un Pisa-Modena segnai una tripletta. La migliore fu la seconda, con uno scavetto a superare il portiere. Ma anche Brescia mi ha lasciato tanto. L’allenatore che mi ha dato di più? Pillon a Ascoli e Maran a Brescia. A entrambi sono legato da un grandissimo affetto, loro mi hanno dato tanto e io penso di averli ripagati con molti gol. Stiamo parlando di bravissimi tecnici e di persone umanamente incredibili".
Nota sul futuro: "Con Rantier stiamo portando avanti al Gotico un progetto tecnico rivolto ai bambini e mi piace molto. Anche lo scorso anno avevo avuto qualche richiesta come collaboratore in Serie C ma ho rifiutato. Dico la verità, per ora la vocazione da allenatore non l’ho mai avuta, ma c’è tempo per valutare tutte le opzioni. Adesso voglio solo godermi la mia famiglia".
Salvatore Bruno, fino a pochi giorni fa attaccante dell’Agazzanese (squadra militante nel campionato di Eccellenza), ha deciso di lasciare il calcio giocato, anche a seguito dell'ultimo infortunio.
Ai microfoni di sportpiacenza.it ha ripercorso la sua carriera: "Il momento più intenso è stato sicuramente l’esordio in Serie A con il Napoli, la mia città e la mia squadra del cuore. C’erano 60mila persone sugli spalti, io titolare in Napoli-Brescia con Collina ad arbitrare. A ripensarci mi emoziono ancora adesso. L’annata migliore? Una sola è difficile da scegliere. Dico Ascoli, con la promozione in Serie B condita da 15 gol oppure le due a Modena, con 18 reti a ogni annata: in un Pisa-Modena segnai una tripletta. La migliore fu la seconda, con uno scavetto a superare il portiere. Ma anche Brescia mi ha lasciato tanto. L’allenatore che mi ha dato di più? Pillon a Ascoli e Maran a Brescia. A entrambi sono legato da un grandissimo affetto, loro mi hanno dato tanto e io penso di averli ripagati con molti gol. Stiamo parlando di bravissimi tecnici e di persone umanamente incredibili".
Nota sul futuro: "Con Rantier stiamo portando avanti al Gotico un progetto tecnico rivolto ai bambini e mi piace molto. Anche lo scorso anno avevo avuto qualche richiesta come collaboratore in Serie C ma ho rifiutato. Dico la verità, per ora la vocazione da allenatore non l’ho mai avuta, ma c’è tempo per valutare tutte le opzioni. Adesso voglio solo godermi la mia famiglia".
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