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Arras: "Cagliari fu una scelta di cuore. Mi fecero tante promesse, poi fui messo alle strette per accettare l'Olbia"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Liggi/TuttoCagliari.net
ieri alle 17:00Ex rossoblù
di Paola Pascalis
per Tuttocagliari.net

Arras: "Cagliari fu una scelta di cuore. Mi fecero tante promesse, poi fui messo alle strette per accettare l'Olbia"

Davide Arras, ex attaccante della Primavera del Cagliari e dell'Olbia, ha raccontato la sua esperienza in rossoblù nell'ultima puntata del podcast "Facci un giro!". Di seguito alcuni passaggi: "Giocavo nelle giovanili della Juventus e andare a Cagliari è stata una scelta di cuore perché io sono tifoso del Cagliari e quando ci fu l'occasione decisi di andare là. Ero in ritiro in Primavera con Grosso che era il mister e all'improvviso mi chiamò il procuratore per dirmi che c'era la possibilità di andare a Cagliari e firmare un biennale, il primo contratto da professionista. Il Cagliari essendo in Serie B magari si poteva permettere anche di lanciare un giovane e quindi optai per andar lì. Firmo un biennale, mi fanno tante promesse, dal direttore al presidente. Non ho mai avuto l'occasione di giocare in prima squadra. Con mister Canzi in Primavera c'era un gruppo incredibile,  eravamo seguitissimi e veniva tantissima gente a vederci: il mister fece un lavoro impeccabile, eravamo primi in classifica, poi a gennaio andarono via due terzini: Pinna e Cotali.

Noi un po' sentimmo la loro mancanza, però riuscimmo a ad arrivare a fare i play off che era un traguardo impensabile. E' stato un bellissimo anno in cui ho pensato anche 'magari mi danno l'occasione di esordire', per quello che io ho dato alla Primavera e ai ragazzi, senza nulla togliere agli altri perché anche loro hanno dato tantissimo a me. Probabilmente se loro non mi avessero fatto le proposte e le promesse che mi avevano fatto a inizio anno, io non mi sarei aspettato niente. L'anno dopo succede che il campionato non andava bene, però io avevo delle offerte dalla serie C importanti, ma loro a gennaio mi mettono alle strette: mi parla il direttore e mi dice 'tu devi firmare il contratto con l'Olbia, diventi un giocatore dell'Olbia, però rimani in prestito a Cagliari'. Io ho chiesto 'Perché? Magari non voglio andare a Olbia e l'anno dopo vorrei magari andare fuori dalla Sardegna a fare la Serie C se non ci sono più le possibilità di rimanere qua in prima squadra'. Mi misero spalle al muro dicendomi 'O firmi il contratto oppure tu rischi che non giochi più' e in quei mesi lì c'era il Torneo di Viareggio che per me era importantissimo. Mi sentivo sempre col procuratore e alla fine ho dovuto firmare un contratto che non mi apparteneva e da lì c'è stato proprio un distacco tra quello che io volevo dal calcio, ma soprattutto le aspettative dei direttori, e ho iniziato a vederlo in un modo diverso".