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Lella: "Il gruppo fa il 70% delle vittorie e a Bari c'è. Longo? Somiglia a Vanoli"
“Ho fatto parte di grandi gruppi, che quindi fanno il 70% delle vittorie. Mi hanno accolto benissimo, come Maita che mi ha fatto conoscere un po' di persone. Da Di Cesare ricevo consigli, che da una figura importante come lui sono sempre ben accetti. Siamo un bel gruppo, che può giocare con diversi moduli, ed è un bene così il mister sceglie il più adeguato in base alla partita". Il centrocampista Nunzio Lella parla così dell’ambiente che lo ha accolto a Bari, la piazza da cui era partito pur senza aver vestito la maglia biancorossa della prima squadra fino a oggi.
“Quando ero piccolo e giocavo con il Santeramo, mister Cardinale (suo allenatore nella Primavera biancorossa NdR) mi vide e mi disse che avrei dovuto giocare coi ragazzi più grandi. L’anno dopo il Bari mi prese e non posso che ringraziarlo perché ha sempre creduto in me e mi ha seguito anche quando sono andato a Cagliari. Si è meritato la dedica per il gol”.
Spazio poi all’esperienza al Cagliari e a quella promozione strappata al San Nicola nel 2022/23: “Mi hanno chiesto aneddoti su quella partita perché noi l’avevamo preparata in un modo e loro nell’altro. Ranieri ci disse che non avremmo dovuto fare una gara all’arrembaggio visto il pari dell’andata. - prosegue Lella a Radio Bari - La sua idea era portare la partita al 70° e poi vedere cosa succedeva. Il Bari aveva la pressione di salire in Serie A, noi dovevamo dare il tutto per tutto. Alla fine il mister ha messo 5 attaccanti ed è andata bene. Ha sempre mantenuto una calma glaciale nella preparazione di quella partita".
Il classe 2000 poi si sofferma sulle somiglianze fra Paolo Vanoli, che lo ha allenato al Venezia, e l’attuale tecnico biancorosso Moreno Longo: “Vanoli crede molto nel lavoro, la squadra che sarebbe scesa in campo doveva essere organizzata e sapere cosa fare, mi ha fatto tirare fuori una certa personalità. Dentro al campo pretende tanto, ma fuori è molto schietto e ci si può parlare serenamente. - conclude Lella – Longo lo paragono a lui perché è uno che ti tira fuori qualcosa. È un condottiero che ci chiede aggressività. Contro il Mantova mi ha chiesto di riempire l'area e a me piace”.
“Quando ero piccolo e giocavo con il Santeramo, mister Cardinale (suo allenatore nella Primavera biancorossa NdR) mi vide e mi disse che avrei dovuto giocare coi ragazzi più grandi. L’anno dopo il Bari mi prese e non posso che ringraziarlo perché ha sempre creduto in me e mi ha seguito anche quando sono andato a Cagliari. Si è meritato la dedica per il gol”.
Spazio poi all’esperienza al Cagliari e a quella promozione strappata al San Nicola nel 2022/23: “Mi hanno chiesto aneddoti su quella partita perché noi l’avevamo preparata in un modo e loro nell’altro. Ranieri ci disse che non avremmo dovuto fare una gara all’arrembaggio visto il pari dell’andata. - prosegue Lella a Radio Bari - La sua idea era portare la partita al 70° e poi vedere cosa succedeva. Il Bari aveva la pressione di salire in Serie A, noi dovevamo dare il tutto per tutto. Alla fine il mister ha messo 5 attaccanti ed è andata bene. Ha sempre mantenuto una calma glaciale nella preparazione di quella partita".
Il classe 2000 poi si sofferma sulle somiglianze fra Paolo Vanoli, che lo ha allenato al Venezia, e l’attuale tecnico biancorosso Moreno Longo: “Vanoli crede molto nel lavoro, la squadra che sarebbe scesa in campo doveva essere organizzata e sapere cosa fare, mi ha fatto tirare fuori una certa personalità. Dentro al campo pretende tanto, ma fuori è molto schietto e ci si può parlare serenamente. - conclude Lella – Longo lo paragono a lui perché è uno che ti tira fuori qualcosa. È un condottiero che ci chiede aggressività. Contro il Mantova mi ha chiesto di riempire l'area e a me piace”.
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