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Obert racconta il suo amore per il Cagliari. Pisacane, l'importanza di Ranieri e il messaggio a BelottiTUTTO mercato WEB
Oggi alle 10:15Serie A
di Lorenzo Di Benedetto

Obert racconta il suo amore per il Cagliari. Pisacane, l'importanza di Ranieri e il messaggio a Belotti

23 anni compiuti da poco più di un mese ma una maturità ben più marcata sia in campo che davanti al microfono. Adam Obert, difensore classe 2002 del Cagliari, si è raccontato in esclusiva a TMW dopo l'avvio di stagione che lo ha visto sempre titolare con la maglia dei sardi. L'avvento di Pisacane e le sue idee, ma anche l'importanza di aver incontrato sul suo percorso Claudio Ranieri, fino al messaggio per Andrea Belotti dopo il brutto infortunio di sabato scorso. Lo slovacco ha parlato a 360°, con il calcio che per lui è un affare di famiglia. Partiamo da questa stagione: 7 punti nelle prime 5 giornate sono un buon bottino, con le uniche sconfitte contro Napoli e Inter. È soddisfatto dell'avvio di stagione del Cagliari? "Questo inizio non mi sorprende e non è affatto frutto del caso, visto il grande lavoro che stiamo facendo sul campo. Ci sono nuove idee e una metodologia ben precisa che ci consente di affrontare le partite nel modo migliore, anche nelle difficoltà. Siamo un gruppo sano". Cosa ha portato di diverso Pisacane e com'è il rapporto con un allenatore così giovane? "Ci ha trasmesso idee e principi in modo ben preciso. La gestione del gruppo è basata sulla concorrenza e tutto dipende dal merito e dal lavoro". Pisacane punta molto su di lei e lo utilizza in tanti ruoli della difesa, ma anche da esterno. Quanto è importante la fiducia del mister e cosa le dice per aiutarla? "Il dialogo e le indicazioni da parte del mister sono quotidiane. La fiducia, al di là del ruolo, la sento pienamente. Il mio primo obiettivo, oltre a dare il mio contributo, è quello di non tradire mai questa fiducia. Sul primo gol che abbiamo preso contro l’Inter, ad esempio, mi sento responsabile. Mi è dispiaciuto tanto, potevo gestire tutto meglio”. Nell'ultima partita si è infortunato Belotti. Vuole mandare un messaggio al suo compagno di squadra che era partito benissimo a Cagliari? "L'ho già fatto ma lo rifaccio volentieri anche pubblicamente. Sono sicuro che avrà la forza di riprendersi e tornare a segnare per questa maglia, siamo tutti con lui". In Slovacchia è stato spesso paragonato a Milan Skriniar, si ritrova in questo paragone? "Ammiro tantissimo Milan, fin dai tempi in cui giocava nella Sampdoria. L'anno che sono arrivato si è però trasferito all'Inter e anche la prima volta che sono andato in Nazionale è stato bellissimo allenarmi al suo fianco, ho imparato tantissimo da lui e ogni volta certo di stare con lui per imparare cose nuove, vista la sua esperienza". Qual è il suo obiettivo personale in questa stagione? "Voglio giocare con continuità, crescere e dimostrare il mio valore. Il raggiungimento di questi obiettivi dipende interamente da me". Come si trova a vivere a Cagliari? "Quattro anno fa ho preso la decisione di trasferirmi a Cagliari con cognizione di causa. Su di me c'erano altri tre club ma la volontà della società di avermi mi ha convinto a firmare per questa maglia. Mi sento come a casa in questa bellissima città. I nostri tifosi sono stupendi e mi sento molto legato a questa terra adesso che sono al mio quinto anno". Quali erano gli altri tre club su di lei? "Appena ho parlato con il Cagliari non ho neanche voluto sapere quali fossero le altre offerte". 13 presenze in Nazionale a 23 anni non sono poche. Qual è l'obiettivo della Slovacchia per il futuro? "L'obiettivo è continuare a crescere per competere con la Nazionali più importanti, come abbiamo fatto anche all'Europeo. La strada è quella giusta". Aiuta essere allenato da un ct italiano come Calzona? Che consigli vi dà Hamsik? "Come dicevo la squadra è in crescita e oltre ai campioni c'è anche mister Calzona che ha portato cultura e idee innovative. Il suo lavoro è sotto gli occhi di tutti e nella crescita della Slovacchia c'è tanto anche del ct. Con Hamsik ho un bellissimo rapporto, mi dà sempre una mano quando vado in Nazionale e mi fa piacere averlo al mio fianco". Suo nonno faceva il calciatore. Il calcio è un affare di famiglia. "Avevo un bellissimo rapporto con mio nonno e mi ha aiutato molto. Anche mio padre aveva iniziato a fare il calciatore ma poi a 21 anni ha smesso e adesso fa l'avvocato. Tornando a mio nonno mi ricordo bene che quando era ancora con noi, purtroppo adesso non c'è più, mi faceva vedere tanti video a casa sua. So che mi sta guardando da lassù e gioco anche per lui". Quanto è stato importante per un giovane come lei aver lavorato con Claudio Ranieri? Cosa ha imparato da lui? "Ranieri è un simbolo ed è stato capace di darci equilibrio e sicurezza fin dal primo giorno in cui è arrivato. Per me è stato importante, ho imparato cose che mi serviranno tantissimo nella mia carriera". Il Cagliari è una delle squadre più giovani della Serie A: lei è partito dalla Primavera, dopo l'arrivo in Italia alla Samp, ed è arrivato a essere titolare e a raggiungere la Nazionale: quanto è importante il lavoro della società con i giovani? "Importantissimo. È un lavoro che il Club sta portando avanti con concretezza e convinzione. Di tutto questo io posso essere l’esempio. Ho iniziato con la Primavera e adesso mi mancano pochissime partite per arrivare a 100 presenze al Cagliari. Sono contento di questa crescita, so quanto devo lavorare per migliorare ma mi fa molto piacere vedere il percorso che ho fatto sin qui".