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Le plusvalenze Juve sono solo la punta dell'iceberg, ma in un circuito chiuso i rapporti sono tutto. Dare soldi al calcio è come portare al casino un ludopatico

Le plusvalenze Juve sono solo la punta dell'iceberg, ma in un circuito chiuso i rapporti sono tutto. Dare soldi al calcio è come portare al casino un ludopaticoTUTTO mercato WEB
© foto di Lorenzo Di Benedetto
sabato 24 dicembre 2022, 17:15Editoriale
di Andrea Losapio

Come giudicare quello che sta succedendo alla Juventus? Al netto dell'essere forcaioli oppure semplicemente dei buoni ragionieri, abbiamo spesso posto l'accento su quanto capitava per le plusvalenze in Serie A, non solo fra i bianconeri. La Juventus da Ronaldo in poi ha provato ad alzare l'asticella, il Covid non gli ha permesso di farlo, ma non è detto che sarebbe potuto accadere. Alzare i guadagni non può essere solamente dettato dal marketing di un singolo giocatore, bensì un lavoro molto più lungo. D'altro canto Paratici, in tempi non sospetti, pensava di potere migliorare la rosa solo prendendo Higuain oppure Icardi, invece magari di far crescere Coman o chi per lui. Questo modus operandi si è sparso a macchia d'olio su quasi tutti gli affari juventini. Possiamo anche dire che la Juventus, presa con la pistola fumante (per le plusvalenze sarà dura che si riapra il caso, lo ha detto l'avvocato Grassani e non c'è motivo di dubitarne), non è l'unico club che ha utilizzato artifizi contabili per non uscire dal Fair Play Finanziario e, di fatto, non avere bilanci troppo in rosso. Che poi i club sono riusciti comunque a firmare fascicoli in rosso fuoco. C'è chi si è anche vantato dei risultati rispetto agli anni precedenti (come l'Inter) che però perde 10 milioni di euro all'anno.

La realtà è che tutti i club italiani hanno utilizzato le plusvalenze per mascherare i propri errori. Oppure hanno collaborato con la Juventus, perché in un ambiente chiuso da 20 squadre i rapporti sono tutto. O riesci a vendere all'estero, oppure i tuoi grandi calciatori a chi puoi darli? A Juventus, Inter e Milan, solitamente. Più laterali Roma e Fiorentina. L'Atalanta negli ultimi anni ha comprato molto dal campionato italiano, ma in generale la verità è che le piccole per rimanere in piedi hanno bisogno dei rapporti con le big. E per questo poi Sturaro va al Genoa per una determinata cifra, Mandragora all'Udinese per un'altra, Muratore all'Atalanta - che, ahilui, è il simbolo di questo malcostume - per otto milioni... Il piccolo problema è che fare scambi e alimentare plusvalenze hanno un beneficio iniziale, ma poi nel corso degli anni appesantisce ogni esercizio e la toppa è peggio del buco.

È giusto che la Juventus venga punita (non dai forcaioli ma dai giudici) nella misura in cui ha sbagliato, ma sarebbe anche il caso che ci fosse anche un nuovo mondo di regole. Probabilmente servirebbe una uniformità di giudizio, se qualcun altro ha utilizzato artifizi contabili deve essere inquisito nella relativa misura. Certo, la Juve ha in ballo un sistema, ma quanti club prima del 30 di giugno facevano scambi o vendevano giocatori a cifre che sembrano altissime? Non c'è bisogno di fare i nomi, ma alcuni chiedono 5 euro ai propri calciatori per il mercato (brillante idea) oppure danno al Lille tre giocatori che poi finiscono in Serie D in un battibaleno per circa 14 milioni. Ce ne sono anche altri.

Dare soldi al calcio è come portare al casino un ludopatico. La norma salva calcio aiuta ad accendere un mutuo, sempre meglio che dare aiuti a fondo perduto per chi, sì, produce fatturato e quindi genera contributi, tasse e stipendi... Ma che sono sempre nettamente in rosso. Qualsiasi altra azienda chiuderebbe, qui si passa a rifinanziare debiti a tassi allucinanti. La realtà è che, come in altre situazioni, servirebbe un controllo a monte che, però, sarebbe totalmente impopolare. E che quindi i politici del pallone non vedrebbero bene, così come quelli della politica reale, sempre intenzionati a non scontentare nessuno. D'altro canto lo spettacolo deve continuare...

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