Milan a un passo dal cambio: come andrà?

Fra le tante analisi lette e ascoltate in questi giorni sulla possibile cessione del Milan quelle a mio avviso più interessanti arrivano da due analisti finanziari (Sartori di Football Benchmark sulla Gazzetta e Alessandro F Giudice sul Corriere dello Sport) che non solo conoscono il mercato (soprattutto quello sportivo) e che - seppur nel campo delle previsioni - possono inquadrare la materia meglio di noi.
Ci sono tanti temi sul tavolo di cui discutere. Intanto in assoluto quello che interessa di più ai tifosi è: cosa succederà se InvestCorp dovesse comprare il Milan? Ci sarà un investimento massiccio sul mercato oppure una gestione (virtuosa) come ha fatto Elliot?
Non ci deve confondere il fatto che il fondo sia arabo. Come fatto notare dai due analisti sempre di un fondo si tratta. E se la storia, le tradizioni, gli investimenti passati in Europa ci lasciano pensare che gli arabi siano pronti ad investire senza limiti, bisogna calarsi anche nella realtà di un fondo. A capitale arabo, per carità, ma pur sempre un fondo di investimento. Che quindi rende conto a chi mette soldi, per guadagnarci su.
Finora la grande differenza dei proprietari americani e dei proprietari arabi era proprio di filosofia. Gli americani nella loro cultura imprenditoriale hanno sempre guardato il profitto. Al massimo a breve termine. Pensando che con un’organizzazione diversa, un contenimento costi, a una ricerca del business diversa da quella attuata fino a quel momento. Passare insomma da un’azienda famigliare (come era il calcio un po’ di tempo fa) a un’azienda vera e propria. Che sfrutti tutti i canali dell’intrattenimento.
Gli arabi hanno un concetto del business diverso. Sono ricchi. Esageratamente ricchi. E hanno bisogno di uscire dal loro confine geografico. Quindi l’esigenza è di farsi notare subito: vincendo. Enormi quantità di denaro immesse nelle loro squadre (prendete PSG e City tanto per capirci) per essere subito competitivi. Oggi con il FFP e soprattutto con il nuovo FFP diventerà molto difficile tutto questo.
Ora se dovessimo sbilanciarci e capire quale sarà il modello di business di InvestCorp propenderemmo più per la prima ipotesi, quella del fondo. Ma sarà interessante capire come verrà interpretata questa mission di “guadagnare” in un fondo principalmente a capitale arabo, con Mudabala (che può essere paragonato a un fondo sovrano) più grande finanziatore. Fondo si, ma con mentalità araba. Sarà curioso capire la sintesi, come sarà curioso capire se questo ingresso (il primo) di un arabo nel calcio italiano possa rappresentare un apripista per altri investitori.
Poi sarà curioso sapere il reale prezzo di vendita. 1 miliardo di euro non è affatto poco come valutazione. I più grandi istituti di rating danno un valore di impresa al Milan notevolmente inferiore (e torniamo al vecchio concetto di prezzo e di valore). Evidentemente lo sviluppo che hanno in mente in Barhein è importante. Il Milan - come club - si porta dietro non soltanto il suo fatturato (che oggi rispetto alle big europee è certamente inferiore, ma che è in crescita anno dopo anno nonostante il Covid, grazie al lavoro di Elliot di contenimento costi, di Maldini e Massara di scovare talenti, di Pioli nel raggiungere i risultati insieme alla squadra) ma anche il brand, la sua storia, il discorso stadio.
Entro pochi giorni sapremo se questa acquisizione andrà in porto o meno. Anche se i segnali che arrivano sono sicuramente positivi per gli acquirenti. Poi potremmo capirne di più. Anche cosa succederà all’attuale management che molto bene ha fatto finora. Parlare di nomi o cifre è ancora prematuro. Per sapere quanto e come ci si potrà sbizzarrire sul mercato abbiamo tempo. Certo è che non compri per vendere i gioielli…
