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L'incredibile e discutibile storia dell'Inter e del nuovo allenatore. Possibile che Inzaghi abbia davvero deciso dopo la finale di Champions? In casa nerazzurra c'è aria di ridimensionamento. Il Como è una big: segnale inequivocabile a tutti

L'incredibile e discutibile storia dell'Inter e del nuovo allenatore. Possibile che Inzaghi abbia davvero deciso dopo la finale di Champions? In casa nerazzurra c'è aria di ridimensionamento. Il Como è una big: segnale inequivocabile a tuttiTUTTO mercato WEB
Oggi alle 16:01Editoriale
di Lorenzo Di Benedetto

C'era una volta l'Inter che sognava la Champions League. C'era una volta l'Inter che puntava al top per raggiungere tutti gli obiettivi. Adesso tutto sembra essere diverso e il bello è che non è passata neanche una settimana dalla partita contro il Paris Saint-Germain a Monaco di Baviera. La storia sulla ricerca del nuovo allenatore ha dell'incredibile e per molti aspetti è da etichettare anche come discutibile, visto che non è stata gestita nel migliore dei modi, per usare un eufemismo. Possibile che la dirigenza nerazzurra si sia fatta trovare tanto impreparata? Possibile che Simone Inzaghi abbia deciso il suo destino davvero dopo la batosta rimediata sabato scorso contro il PSG? La risposta a queste due domande non la possiamo dare con estrema certezza ma la sensazione è che l'allenatore avesse già fatto la sua scelta da tempo e che l'Inter non abbia saputo farsi trovare pronta, diversamente da quando affermato dai diretti interessati nelle ultime settimane.

Il no del Como e il ripiego Chivu.
La prima cosa che non torna è legata alle tempistiche della firma di Massimiliano Allegri con il Milan. Se da una parte ci sono i complimenti doverosi da fare a Igli Tare, che appena insediatosi nel ruolo di direttore sportivo rossonero ha messo a segno un grandissimo colpo, prendendo l'allenatore più ambito in circolazione, dall'altra c'è un altra domanda che ci viene automaticamente in testa. Perché l'Inter non ha puntato sull'ex allenatore della Juventus? I nerazzurri avrebbero potuto chiedere di attendere allo stesso Allegri, proponendogli poi la panchina, ma così non è stato fatto ed è arrivata la firma con il Milan, con la conseguenza che i vice campioni d'Europa sono stati costretti ad abbassare le pretese, andando a puntare su allenatori con un curriculum totalmente diverso rispetto a quello del tecnico livornese. Questo fa pensare che ci sia aria di ridimensionamento in casa nerazzurra, con tutto il rispetto per i vari Fabregas, Vieira e Chivu. Ma c'è di più. Perché non solo l'Inter ha, appunto, abbassato le pretese, ma ha anche incassato due no, secchi. Il primo dal Como e dallo spagnolo, e ci torneremo tra poco, il secondo proprio dall'attuale tecnico del Genoa, che ha deciso di restare al timone del Grifone. Adesso, con ogni probabilità, inizierà l'avventura di Chivu all'Inter, la terza dopo quella da giocatore e da tecnico nelle giovanili, ma il suo compito sarà complicatissimo e sarà un test che potrà spianargli la strada verso una grande carriera o bruciarlo. Solo il campo potrà darci la risposta.

Con il Como non si scherza.
Tornando invece a parlare del no di Cesc Fabregas ecco che questo fatto di aver tenuto il punto in maniera forte e decisa abbia rappresentato un segnale inequivocabile per tutti. Con il Como non si scherza. Il club lariano, che a luglio inizierà la sua seconda stagione consecutiva in Serie A, è già diventato una big. Solo le grandi squadre infatti riescono a respingere al mittente "attacchi" come quelli che ha provato a sferrare l'Inter per accaparrarsi il tecnico spagnolo. Suwarso e company non hanno mai avuto alcun dubbio in merito, avendo strutturato un progetto tanto forte quanto credibile e allora è bene che la Serie A inizi a fare i conti anche con i lariani. Magari non da subito, visto che servirà altro tempo, ma nel giro di pochi anni anche il Como sarà una delle candidate ai vertici della classifica. Il segnale è partito, l'Inter, e non solo, dovranno raccoglierlo per non farsi trovare impreparati.

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