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PRIZIO, Caso stadio e rischio di un precedente pericoloso
sabato 25 marzo 2023, 15:30Notizie di FV
di Stefano Prizio
per Firenzeviola.it

PRIZIO, Caso stadio e rischio di un precedente pericoloso

Via da Firenze per due anni, occhio ad un altro pericolo.

Diceva Julius Evola, con scarsa simpatia verso i modelli americani,  che ogni cosa accada oltre oceano, prima o poi arriva a radicarsi anche in Europa e segnatamente in Italia. Certo la scomodità, la perdita economica per il club, ma un altro pericolo nascosto di tutto questo canea sul rifacimento del Franchi che costringerà i viola a due anni di trasferte forzate, potrebbe portare allo sfilacciarsi dello  stretto rapporto, l’identificazione tra squadra e stadio, tra squadra e città.

Intendiamoci, non certo nel sentimento della gente, ma nei fatti.

Ove l’indissolubile binomio tra una squadra e una città, tra un club e il suo stadio di riferimento, la sua casa, dovesse venir meno, questo aprirebbe le porte, almeno idealmente se non legalmente, al concetto di franchigia, che nel gergo degli sport americani è l’esistenza di un club sportivo di per sé, slegata da un luogo di riferimento, da una comunità di persone, proprietà esclusiva del suo presidente e per ciò stesso trasportabile, trasferibile al bisogno secondo i desideri e le convenienze del suo proprietario.

In Europa e in Italia vieppiù, questo sarebbe un tabù, ma il caso di una squadra come la Fiorentina che giocasse più stagioni lontana dalla sua città costituirebbe un precedente pericoloso. Nel campionato italiano ci sono troppe proprietà americane perché qualcuno non si possa ingolosire alla prospettiva di un cambio paradigmatico di tale portata. Si sa poi che gli yankee tengono molto alla proprietà e alla piena disponibilità di ciò che si sono comprati.

Tutto ciò non significa che Commisso possa aver fatto un simile retropensiero, onestamente non ci sono indizi in tal senso né sue dichiarazioni in merito. Significa solo che la creazione di un precedente simile potrebbe far drizzare le antenne a qualcuno dei multimiliardari statunitensi ( e non) che sono proprietari di club italiani.

E in un attimo la geografia del pallone potrebbe mutare con squadre che migrano in qua e in là per la penisola alla ricerca di un’amministrazione locale che faccia loro ponti d’oro per costruire un nuovo stadio e un grande centro commerciale o anche di un nuovo bacino d’utenza e clientela, o club che affittano per una o più stagioni l’impianto di un’altra città ed ecco una Juve che vola a Gela o club di aree depresse e povere del sud che cercano casa in Lombardia.

Ipotesi assurde, fantasie?

Può darsi, ma è solo un altro potenziale aspetto deleterio di questa prossima uscita forzata della Fiorentina dal suo storico stadio coevo alla sua nascita, il club è del 1926 l’impianto fu eretto nel 1931., due anziani signori che non è giusto separare dopo così tanti anni di amorevole convivenza.