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LA PAURA, L'ATTACCO CHE NON C'È E IL TARLO DI GENNAIOTUTTO mercato WEB
© foto di DANIELE MASCOLO
domenica 29 novembre 2020, 19:00Notizie di FV
di Andrea Giannattasio
per Firenzeviola.it

LA PAURA, L'ATTACCO CHE NON C'È E IL TARLO DI GENNAIO

E adesso è bene che un brivido lungo la schiena lo sentano un po’ tutti in casa Fiorentina. Da chi era al Meazza a quanti hanno seguito la partita dei viola in tv, a New York. Certo non era il Milan l’avversario contro il quale una squadra ancora in fase di evoluzione doveva chiedere (e trovare) punti per la sua classifica eppure dopo i timidi progressi di Udine e l’avvio incoraggiante di San Siro qualcosa in più era lecito aspettarsi. Anche perché la formazione di Prandelli, che era al completo, fronteggiava un undici fortemente penalizzato dalle assenze di tre titolari. E invece proprio come con il Benevento, anche oggi la Fiorentina si è sciolta dopo il raddoppio di Kessie e deve ringraziare Dragowski e il palo di Calhanoglu se il punteggio finale non è stato peggiore. La classifica non è ancora completa (mancano ancora alcune gare all’appello per chiudere il nono turno) eppure esiste la concreta possibilità che domani, alle 23, la squadra viola sia al terzultimo posto della Serie A. Ovvero in totale e incontrovertibile lotta per non retrocedere. 

Diventa dunque già un’ultima spiaggia la sfida di lunedì prossimo contro il Genoa, dove la Fiorentina - oltre che una pronta riscossa - sarà chiamata a realizzare anche i primi gol in campionato della gestione Prandelli. Con il 2-0 di oggi infatti, l’attacco viola ha aumentato il proprio numero di minuti a secco a ben 399 (dopo il 3-2 con l’Udinese è rimasta con le polveri bagnate contro Roma, Parma, Benevento e Milan): un dato altissimo che, semmai ce ne fosse stato bisogno, certifica ancora una volta quanto ingenuo sia stato l’errore commesso in estate nel non aver investito su una punta di esperienza e peso, che fosse Piatek, Milik o un Mister X rimasto top-secret. In nove giornate Kouame e Vlahovic (anche oggi pressoché inesistente) hanno segnato un gol a testa mentre Cutrone, tenuto di nuovo in panchina nonostante il bell’assist di Udine, è ancora a secco. Montiel invece direttamente spedito in tribuna oggi. Logico pensare che in vista del mercato di gennaio, al quale per fortuna manca poco più di un mese, serviranno ancora una volta idee. E soprattutto un portafoglio pieno.

La vera domanda da porsi, oggi, in tal senso è un’altra: ma la Fiorentina - intesa come il suo proprietario, Rocco Commisso - sarà ancora convinta di voler affidare un’altra sessione di mercato (e stavolta quantomai delicata, vista la precarietà della classifica) alla stessa area tecnica che nell’arco di diciotto mesi di gestione americana ha costruito due squadre che, pur partite con ambizioni di un certo livello per i tanti soldi spesi (e questo è un aspetto inconfutabile), hanno finito sempre e comunque per lottare per non retrocedere a fronte di un aumento esponenziale del monte ingaggi (lo scorso anno, con 50, era l’ottavo della Serie A quest’anno, con oltre 60, è il settimo)? Giova ricordare che per fare un campionato dignitoso o di relativa tranquillità, nel 2017-18, alla Fiorentina ne erano bastati anche 35 di milioni per il suo tetto salariale: in quella stagione la squadra viola (allenata da Pioli e funestata dalla morte di Astori) arrivò ottava e perse l’Europa alla penultima giornata.