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SOS Franchi, il fattore casa non c'è più. I numeri Italiano e Palladino un manifesto per PioliTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 10:30Copertina
di Ludovico Mauro
per Firenzeviola.it

SOS Franchi, il fattore casa non c'è più. I numeri Italiano e Palladino un manifesto per Pioli

Ci sono molti fattori per cui la Fiorentina è sprofondata nelle sabbie mobili in questo inizio di stagione, ma uno di questi non può che essere il Franchi. L’argomento è il più discusso della rassegna stampa, dove si ricorda un po’ ovunque che i tre punti fatti finora dalla squadra di Pioli sono arrivati tutti in trasferta (a Cagliari, Torino e Pisa). Neanche le briciole, fin qui, sono toccate ai viola in quello che è sempre stato considerato uno degli stadi più difficili d’Italia per le altre formazioni. Il feeling tra la Fiorentina e il Franchi c’è sempre stato ed ha sempre garantito un ostacolo in più per gli avversari, immersi spesso in un catino tambureggiante che a fine stagione risultava essere davvero il famoso dodicesimo uomo in campo. Quest’anno però, almeno per il momento, le cose sono andate diversamente.

Un fondo raschiato come non mai
Il ciclo targato Stefano Pioli si è aperto con tre sconfitte nelle prime tre sfide di campionato giocate a Campo di Marte, qualcosa che nella storia del club viola era accaduto una volta sola: era il lontanissimo 1928, quando la Fiorentina - precisa La Nazione - vestiva ancora la maglia biancorossa. Praticamente un secolo fa, a porre ancora di più l’accento su quanto di negativo possa aver fatto finora la truppa di Pioli. Ossia l’uomo che a detta del club è ancora la figura ideale per trascinare la squadra fuori da questa eclissi, ribadendogli nelle segrete stanze del Viola Park di nuovo la massima fiducia. In fondo era stato lui il prescelto della dirigenza per alzare il livello e provare a fare uno scalino oltre la Conference League.

Italiano e Palladino: i numeri casalinghi per l’Europa
Proprio questo obiettivo però, tornando al focus di cui ci occupiamo, necessita di un netto cambio di passo interno. I parametri da prendere a riferimento per Pioli sono nient’altro che i suoi predecessori: Vincenzo Italiano, nel suo migliore anno in viola concluso al settimo posto, racimolò ben 41 punti al Franchi, per un ritmo impressionante che fu superiore al Milan Campione d’Italia (proprio di Pioli) e alle spalle solo dell’Inter; Raffaele Palladino invece di punti a Campo di Marte ne fece 40, registrando il quarto miglior rendimento interno della scorsa Serie A (dietro a Napoli, Inter e Roma) e chiudendo al sesto posto finale. Entrambi partirono con una sola vittoria nelle prime tre al Franchi, fatto sta che poi ingranarono la marcia e conclusero con un piazzamento europeo. Pioli è stato chiamato per alzare il livello e se l’intento è davvero questo occorre dare una grossa sterzata al campionato, a partire dalle sfide casalinghe.