
Milan-Fiorentina deve diventare la partita deI rilancio dei numeri 10 finora deludenti: meglio Leao o Gudmundsson?
Milan-Fiorentina sarebbe una partita da 10 se Leao e Gudmundsson, portatori sani di quella maglia magica, fossero nel loro momento migliore e invece non lo sono. Così Milan-Fiorentina diventa la partita che aspetta il loro riscatto. Allegri e Pioli sanno che, per puntare ai loro rispettivi obiettivi, hanno bisogno del miglior Leao e del miglior Gudmundsson. Hanno bisogno di recuperarli al massimo del loro rendimento, mai raggiunto in questa stagione. Milan e Fiorentina sarebbero state un’altra cosa se quei due avessero ricordato quanto sono forti e invece sembra che lo abbiano dimenticato.
Con Allegri Leao non può più sbagliare
A inizio stagione Allegri aveva cambiato la posizione di Rafa, lo voleva seconda punta, accanto o alle spalle di Gimenez o Nkunku. Per un infortunio al polpaccio durante la prima gara ufficiale, quella di Coppa Italia contro il Bari, ha saltato le prime quattro partite di campionato, poi, con cautela, Max l’ha rimesso in campo contro il Napoli (21 minuti al posto di Gimenez) e contro la Juventus (27 minuti, sempre al posto del centravanti messicano ma al fianco di Nkunku). Proprio in quella partita, Leao ha fatto infuriare l’allenatore per gli errori in zona-gol e per un atteggiamento non proprio ideale in una sfida del genere. Eppure contro il Bari era partito col piede, anzi, con la testa giusta, segnando su cross di Tomori un gol in elevazione da centravanti puro, non da ala, suo vecchio ruolo. Da ora in poi Leao non può più sbagliare.
Gudmundsson non ha più alibi
Lo stesso va detto sul conto di Gudmundsson. Anzi, in questo caso bisogna rafforzare il concetto sull’esame definitivo. Se per Leao si può sempre pensare ai postumi dell’infortunio muscolare, per l’islandese questo alibi non esiste. Al contrario, le due partite che ha giocato pochi giorni fa con la sua nazionale per le qualificazioni al Mondiale hanno restituito a Pioli un giocatore in ottime condizioni fisiche e morali. Gud ha segnato due gol contro l’Ucraina (che comunque ha battuto l’Islanda 5-3) e piazzato un assist e mezzo nel 2-2 contro la Francia. In quest’ultima partita, il 10 viola si è battuto
dall’inizio alla fine, giocando prima da mezz’ala sinistra, poi nella ripresa da seconda punta. Stessa posizione e stessi ruoli che occupa nella Fiorentina. Anzi, in nazionale ha corso come un forsennato in fase difensiva, visto che la Francia era sempre nella metà campo islandese.
La Viola ha bisogno del vero Gud
La Fiorentina ha bisogno di Gudmundsson, di quello visto con la sua Islanda. Ha bisogno di un giocatore capace di creare la superiorità numerica: il dribbling era una delle sue migliori caratteristiche. Contro la Francia lo abbiamo visto saltare Upamecano, mica l’ultimo arrivato, con grande scioltezza, con l’abilità mostrata nelle stagioni genovesi, ma vista solo a tratti un anno fa a Firenze e mai quest’anno. Non può essere un fantasma a Firenze e un protagonista a Reykjavík. Deve sbloccarsi e la partita di San Siro, per un giocatore con le sue qualità (parliamo sempre di quelle ammirate a Genova…), deve essere la partita del rilancio. Se non punta l’uomo (in questo campionato solo tre tentativi, dai, non scherziamo), se non lo salta (un solo dribbling riuscito…), Gudmundsson è un giocatore che non serve. O si sveglia oppure la Fiorentina può farne a meno.







