
Stadio Franchi, gli Europei o un mutuo: ecco le 2 alternative del Comune per i fondi mancanti
La Repubblica-Firenze prova a fare il punto sul futuro dello Stadio Artemio Franchi di Firenze, dove i lavori sono in ritardo e resta da capire in che modo verrà terminato l’impianto del Nervi entro il 2029, data confermata per la fine di tutti i cantieri. In sostanza, chi metterà i 100 milioni mancanti per la nuova ferrovia, la copertura dell’altra parte dello stadio e le eventuali rifiniture, intese sia come aree vip e lounge che come commerciali? Visti i ritardi e l’incertezza, un passo indietro di Rocco Commisso appare uno scenario sempre più probabile, che metterebbe Palazzo Vecchio di fronte a un nuovo punto di partenza e a dover trovare i 100 milioni mancanti: 55 tecnicamente sono già rientrati nelle casse del Comune, i famosi fondi relativi ai Piani Urbani Integrati, dapprima assegnati, poi tolti e poi riconcessi dal governo.
Servirebbero però almeno altri 50 milioni, senza considerare gli aumenti dei prezzi che, a lavori iniziati, potrebbero verificarsi. E qui le strade possibili a oggi sono due. Nella prima, il Comune trova autonomamente i fondi, andando perciò ad aumentare il debito pubblico comunale e a innalzare la bagarre politica: una mossa che genererebbe ulteriore malcontento perché andrebbe a devolvere altri soldi pubblici per lo stadio. La seconda, invece, porta agli Europei del 2032: se Firenze fosse scelta nel 2026 come sede per il torneo, i fondi arriverebbero dalla Uefa. Una vera e propria boccata d’ossigeno, però tutt’altro che semplice. La scelta dello stadio fiorentino per gli Europei del 2032 da parte della Uefa si è complicata, con Milano tornata in pole position dopo l’accordo su San Siro.






