"Raffa" un maestro della mia generazione. Un capo dai toni equilibrati
“Raffa” è stato un maestro della mia generazione. E’ stato un leader. E’ stato un grande capo dai toni sempre equilibrati. Non ricordo di averlo mai sentito alzare la voce. A volte bastava un suo sguardo per farti capire che avevi compiuto una bischerata. Così fanno le persone autorevoli.
Lui, i’ mi babbo, i’ Loris (Ciullini) erano una banda. Un cocktail di competenza e passione con un selz di ironia che completava il tutto in maniera perfetta. Facevano opinione senza avere voglia di farlo. Raffa era spesso vittima delle battute dei suoi amati compagni di viaggio, soprattutto di Loris. Lui incassava, scuoteva la testa e andava dritto. Forte delle sue certezze.
Non vi racconterò dei due scudetti viola che ha raccontato. Vi invito piuttosto ad andare a rileggere i suoi articoli sulla Nazione. Analisi moderne che non avevano bisogno di tanti aggettivi per andare dritti al cuore di chi leggeva. Non vi racconterò dei Mondiali che ha raccontato, dell’amicizia con Uccio Valcareggi, delle battaglie fatte per difendere il suo pupillo Giancarlo Antognoni da chi (la stampa del Nord) voleva Beccalossi al suo posto. Questa è la sua storia che è sotto gli occhi di tutti. Preferisco raccontarvi della serietà con la quale gestiva la pagina sportiva della Nazione. Lui il capo di una grande redazione. Oppure di come, da pensionato, era stato capace di esibirsi davanti alle telecamere delle televisioni private. Raffa ha indossato tanti abiti portandoli tutti con una straordinaria classe. Così fanno quelli veri. Così fanno in pochi. Solo i numeri uno.
Dire che ci mancherà è poco. Vi assicuro che continuerà a essere nei nostri ricordi, nelle nostre riflessioni. Continueremo a portarcelo dentro. E ora caro Raffa salutami babbo Franco, Loris, Uccio. Finalmente potrete tornare a divertirvi tutti insieme.






