Pioli confermato e difeso ma al Viola Park c'è apprensione: un altro tecnico sarebbe già stato esonerato. Ecco l'equivoco che ha fatto saltare il centrocampo e che complica il mercato di gennaio. Contro l'Inter con mentalità da lotta salvezza
Il pareggio contro il Bologna non ha cambiato il clima intorno alla Fiorentina, anche perché il modo in cui si espressa la squadra di Pioli non ha dato segnali evidenti di migloramento, se non quello di aver ripreso i rossoblu grazie ai due rigori fischiati da La Penna. È evidente che ciò non basti, visto che molti giocatori continuano a garantire un rendimento ampiamente al di sotto delle proprie possibilità, con i viola che continuano a essere in fondo alla classifica di Serie A dopo le ambizioni diametralmente opposte annunciate nel corso dell'estate.
Il dibattito coinvolge Stefano Pioli, additato dalla maggioranza dei tifosi come principale responsabile di un inizio di stagione in campionato disastroso. La sensazione è che se al suo posto ci fosse stato un altro allenatore, con un altro tipo di esperienza e con un legame meno diretto con la piazza, l'esonero sarebbe già arrivato. Ma la scelta fatta in estate, per il momento viene difesa pubblicamente e informalmente dalla Fiorentina, che però al momento ha "bloccato" il mercato invernale anche per la mancanza di certezze legate al rendimento della squadra. In sintesi, nessuno è sicuro che Pioli sarà ancora il tecnico viola a gennaio e quindi, anche al Viola Park prima di muovere qualsiasi passo verso il futuro, aspettano, non senza apprensione, che la Fiorentina esca dalle sabbie mobili.
A prescindere dalla presenza o meno dell'attuale tecnico, è chiaro a tutti che la Fiorentina ha bisogno di un centrocampista che porti fosforo e qualità a metà campo, anche perché il progetto di Fagioli regista, su cui si è basato l'acquisto di Sohm in estate, è fallito miseramente. Fagioli non può fare il vertice basso e, senza una dovuta copertura al momento assente, non riesce ad esprimersi neanche da mezzala. Questo è l'equivoco che ha portato fuori giri la manovra viola, orfana di un leader che possa garantire i giusti tempi al gioco della squadra. Quindi sebbene ci siano ampi e giusti dubbi sul futuro della panchina, i dirigenti dovranno portare avanti la ricerca in quel settore di campo.
Un altro problema è però legato proprio ai dirigenti. Pradè a parole ha dato le dimissioni che però poi non ha presentato al club, ma quelle dichiarazioni gli hanno tolto potere in favore di...nessuno. Visto che anche Goretti, dopo il mercato estivo che non ha dato frutti, pare aver fatto un passo indietro nelle gerarchie. Ferrari ricopre un altro ruolo con ampi poteri ma meno legato alla parte tecnica e dunque alla scelta dei giocatori. Anche per questi motivi, il mercato invernale, che di solito parte dopo la seconda sosta per le nazionali, a Firenze è lontano dal decollare.
Al di là delle valutazioni sul futuro, è necessario parlare anche della stretta attualità e dunque della partita di stasera contro l'Inter. È normale che il dibattito cittadino dia la Fiorentina praticamente per spacciata, ma lo spogliatoio non può certo partire con lo stesso pensiero. La squadra di Pioli si deve calare in una dimensione distante a quella prospettata solo pochi mesi fa, deve messersi la tuta operaia, svestire i panni della squadra di "alta classifica" e buttarsi in mischia senza guardare in faccia nessuno. Anche a Milano, contro un avversario decisamente più competitivo, dovrà provare a portare via il maggior numero di punti, giocando da piccola per iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel.
Servono forze fresche, soprattutto a livello nervoso e mentale. Chi non riesce a giocare sui propri livelli deve prendersi uno o più turni di stop lasciando spazio a chi può giocare più libero di testa. Fortini per Gosens è una possibilità, visto che il tedesco oltre a mostrare una condizione fisica non al top, pare scarico anche di testa. Stranissimo per uno come lui, ma evidente per come sta giocando nelle ultime settimane. Stesso discorso vale per Mandragora, Pongracic, Pablo Marì e forse anche Ranieri. Certo non si possono cambiare tutti i titolari insieme, ma se il rendimento è questo, è chiaro a tutti che le gerarchie non abbiano più molto senso. Fazzini, Ndour, Comuzzo, Viti, sono alcuni dei giocatori che forse a questo punto meritano una chance in più a discapito dei compagni più esperti. È un rischio, ma una Fiorentina peggiore di questo inizio campionato è difficile da immaginare.
La questione modulo è valida più per i campini disegnati su un foglio di carta che non per il campo dove il calcio moderno ha dimostrato che più dei moduli è importante l'atteggiamento e l'interpretazione dei ruoli. Forse a San Siro il tecnico viola si affiderà per la prima volta a due centrali anziché tre, magari con altri due centrocampisti che giochino da finti "esterni" per garantire maggiore copertura e lanciare in campo aperto Gudmundsson e Kean. Le idee portate avanti fino a oggi non hanno dato frutti quindi attendersi altri cambiamenti è quanto meno logico. I confronti all'interno dello spogliatoio ci sono stati ed anche questo è logico, da qui alla prossima sosta capiremo se hanno sortito qualche effetto oppure se nemmeno questo sia stato utile per cambiare rotta. Comunque vada contro l'Inter, non è previsto un aggiornamento per la panchina. Non si può dire lo stesso post Lecce. Se non arriverà una vittoria infatti, evitare di prendere in considerazione un cambio, sarebbe come nascondere la polvere sotto il tappeto, mentre la casa va a fuoco.






