A chi sta realmente a cuore la Fiorentina?
Le oltre 30 ore intercorse tra il fischio finale di Fiorentina-Lecce e il termine delle attività al Viola Park non sono state sufficienti a segnare una ripartenza. In casa viola sono ancora ore di riflessione, e verrebbe da interrogarsi sulla profondità delle valutazioni in questione volendo pensare a quanto tempo stanno portando via a un gruppo che tra due giorni sarà di nuovo di scena in Europa, a Mainz in Conference League.
Il braccio di ferro con il tecnico
Quella di ieri d'altronde è stata la giornata del braccio di ferro tra la società, intenzionata a sollevare Pioli dal suo incarico ma senza esonerarlo, e l'allenatore tutt'altro che disposto a rinunciare all'accordo triennale con il club. La conseguenza è stata un lunedì surreale, con la squadra in ritiro al Viola Park (salvo un pausa di qualche ora nel pomeriggio e un rientro alle 20:00 non rispettato da tutti i calciatori) dove l'allenamento di scarico è stato diretto dallo staff di Pioli e dove la dirigenza portava avanti contatti, diretti o indiretti, per trovare due nuove figure da inserire: una in panchina e una in società.
D'aversa sorpassa Vanoli, la promozione di Goretti
Insomma mentre la ridda di nomi per il dopo Pioli si arricchiva di nuovi profili oltre il gettonato Vanoli (tra loro persino lontani per curriculum come nei casi di Mancini o D'Aversa, quest'ultimo dato in forte crescita nelle preferenze) e mentre per la sostituzione di Pradè prendeva forza la scelta interna di promuovere Goretti, la squadra si è trovata a metà del guado, senza un interregno targato Galloppa (idea che aveva invece un suo fondamento) e peraltro senza poter preparare con troppa attenzione la prossima tappa di Conference League che ora già incombe senza che la Fiorentina abbia trovato una soluzione pronta per la panchina.
Doppia ricerca
E intanto, nel bel mezzo dell'emergenza legata alla panchina, c'è pure quella strutturale, dettata dalle dimissioni di Pradè che avviano un'altra ricerca, quella per un nuovo ds. Mentre il nome di Petrachi sembra decisamente più raggiungibile rispetto a quello di Giuntoli, in casa viola l'obiettivo sarebbe quello di chiudere un doppio colpo, trovando così la quadra anche tra futuro ds e futuro tecnico (e in tal senso l'accoppiata Petrachi-Vanoli non presenterebbe ostacoli di sorta, e più o meno stesso discorso riguarderebbe D'Aversa). Una scelta comunque ancora sospesa, visto che nonostante i risultati siano sotto gli occhi di tutti (dopo la vittoria del Genoa i viola sono ultimi) l'ipotesi di una promozione di Goretti si è fatta ora dopo ora più concreta. Di certo c'è che in uno scenario di totale confusione avrebbe aiutato un intervento pubblico del presidente Commisso, ma sotto questo profilo il silenzio è rimasto intatto dopo l'ultima esternazione, quella di soddisfazione arrivata dopo il 3-0 al Rapid Vienna.
A chi sta a cuore la Fiorentina?
Insomma potremo pure essere tacciati di disfattismo, ma in questo momento vien da chiedersi soprattutto una cosa: a chi sta a cuore la Fiorentina? Perché osservando la prova con il Lecce, che chiude una decina di prestazioni in campionato orribili, la squadra sembra pensare a ben altro piuttosto che a salvare faccia e colori della maglia che indossa o a limitarsi a rispettare gli orari dell'attuale ritiro, mentre lo stesso tecnico che non arretra di un centimetro su quanto gli spetta (nonostante un fallimento sportivo ormai evidente) sembra comportarsi in modo diverso da quel che ci si poteva attendere (come del resto in termini di rendimento in campo) tanto più considerando il rapporto con la piazza. Infine andrebbe poi considerato quanto la società si sia fatta trovare impreparata di fronte a un'emergenza i cui prodromi si erano palesati in tempi sospetti, almeno per ciò che riguarda l'allenatore visto che la squadra è in fondo alla classifica da inizio stagione. Per non parlare di una proprietà in procinto di licenziare un allenatore che non ha mai conosciuto dal vivo, dopo averne visto un altro dimettersi il giorno dopo averlo definito “un figlio” e in procinto di promuovere uno dei dirigenti che ha allestito il gruppo attualmente fanalino di coda della serie A con 4 soli punti in 10 giornate. Possibile che sia così difficile, per tutti, mettere davanti a qualsiasi cosa il bene di una Fiorentina in caduta libera?






