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tmw / fiorentina / L'editoriale
Commisso, lei non vuole bene alla Fiorentina. E anche chi non si dimette è contro Firenze. Paratici ok, ma solo se ha totale autonomia. Tifosi traditi da una squadra di pastafrollaTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00L'editoriale
di Mario Tenerani
per Firenzeviola.it

Commisso, lei non vuole bene alla Fiorentina. E anche chi non si dimette è contro Firenze. Paratici ok, ma solo se ha totale autonomia. Tifosi traditi da una squadra di pastafrolla

Cosa c’è dietro al peggio? Ancora il peggio… Un pozzo senza fine. Se non si spezza le catena delle decisioni sbagliate o delle non decisioni, il fondo non si vede. Bisogna toccare la base dell’abisso per avere almeno una possibilità di risalire. A Firenze ancora non ci siamo. Cosa altro deve accadere di male alla Fiorentina per accendere finalmente l’attenzione del presidente? Quante sconfitte dovremo ancora commentare per trovare una reazione della famiglia che vive nel New Jersey e che detiene il pacchetto di maggioranza del club viola? Si rendono conto di quanto è distrutta la Fiorentina? Comprendono che questo sogno è stato preso a martellate? 

Nell’era del villaggio globale le notizie dovrebbero viaggiare in tempo reale, ma evidentemente a New York non arrivano o sbarcano sapientemente edulcorate grazie ad una gelida manina che opera a Firenze. La Fiorentina sta vivendo il periodo più nero della sua gloriosa storia: non è possibile che Commisso voglia essere ricordato come il peggior presidente di sempre. Qualcuno in America glielo può spiegare? Non sappiamo quali siano le sue condizioni di salute, ma chi gli sta accanto deve puntare un faro sul disastro della Fiorentina. Perpetrato da chi lo dovrebbe rappresentare al meglio in Italia. E se questi sono i risultati, la sentenza è scritta, i colpevoli sono sotto gli occhi di tutti. E’ fattuale. 

Siamo davanti ad un immobilismo cristallizzato, sia negli Stati Uniti che a Firenze. Un silenzio tombale dinanzi ad una classifica indegna che sporca l’immagine di Firenze. Perché i tifosi, traditi da questa squadra di pastafrolla, priva di anima, personalità, amor proprio, dovrebbero fabbricare la maglia della vergogna. Da consegnare ai giocatori, ma pure a dirigenti e proprietà. Perché sono loro i mandanti del delitto perfetto, l’omicidio calcistico della Fiorentina. 

Se Commisso (o chi lo aiuta adesso in America) non interviene, ribaltando la società, mettendo da parte chi lo ha portato in questa maledetta situazione, significa che non vuole bene alla Fiorentina. Non la ama. E allora la venda così consentirà a Firenze di ripartire. Evidentemente per lui la Fiorentina è qualcos’altro. Perché le immagini di tifose e tifosi in lacrime, depressi, inferociti dovrebbe averle viste. Come si fa a non provare un’emozione di fronte a questo scempio? Come si fa a non porre fine ad un’emorragia di inettitudine, incapacità e disprezzo di un amore? Come si fa, presidente, a non provare vergogna? 

Non vuole bene alla Fiorentina neppure chi manda avanti la baracca in questo momento, il direttore generale Ferrari. E’ il suo comportamento a spiegarlo. Insiste nell’indossare un abito che non gli appartiene. Non ama la Fiorentina, né Firenze, perché la gente è stufa di questo andazzo. E’ chiaro o no? Deve vergognarsi per la disfatta e rendersi conto che un passo indietro non sarebbe solo un gesto di dignità, ma soprattutto di praticità: lui ha fallito nella poltrona apicale della società, faccia spazio a chi può salvarla. 

E’ in arrivo, anche se ancora ci sono da risolvere dei dettagli a Londra, Fabio Paratici. Non è stato scelto da Ferrari, ma ci dovrà convivere. Se sarà così saremo alle solite. La scommessa Paratici è grande per lui medesimo, ma anche per la Fiorentina. Il diesse lascia il Tottenham e si mette in gioco a Firenze con la serie B a pochi centimetri. Non è il massimo per chi ha comprato Cristiano Ronaldo. Però Paratici vuole infilarsi la tuta ignifuga e lanciarsi in mezzo alla fiamme viola. Non è poco, gli diamo il benvenuto anche per questo. E la Fiorentina con questa opzione darebbe, usiamo il condizionale, l’impressione di voler voltare pagina rispetto ad un passato di sette anni di non calcio. Una bella sfida. 

C’è solo un particolare tutt’altro che trascurabile: Paratici ha un senso se avoca a sé tutta la parte tecnica della società e se instaura un dialogo diretto con la proprietà. Dategli il numero di telefono di Commisso, visto che in passato questo è stato un problema per allenatori e dirigenti. Deve costruire un filo costante e produttivo, con autonomia al cento per cento. Per rivoltare come un guanto la Fiorentina, facendo piazza pulita se lo riterrà necessario. Estirpando la gramigna che ha corroso questo club. E il mercato, ricordatelo, è solo un aspetto. Paratici dovrà essere un uomo solo al comando se vorrà guarire la Fiorentina. 

Ogni giorno in più in Inghilterra però è un macigno per i viola perché Paratici farebbe un gran comodo subito. Entrando nello spogliatoio, sbattendo davanti alle proprie responsabilità questi giocatori irresponsabili, controllando centimetro per centimetro il Viola Park, guardando negli occhi Vanoli per decidere se proseguire o interrompere il rapporto. Ma sembra che prima del 5 gennaio sarà dura vederlo a Bagno a Ripoli. 

Se invece anche Paratici, manager di prima fascia nel pallone, dovrà avere un tetto sulla testa e sottostare sempre al famoso filtro che tanti danni ha già causato, allora ve lo diciamo subito: l’operazione abortirà prima di cominciare. 

E le indiscrezioni invece parlano di organigramma intatto, cioè il direttore generale al suo posto, a parte l’inserimento di Paratici. Mentre Goretti, motore dello sbarco a Firenze del nuovo manager, diventerà il suo braccio operativo. 

Il Gattopardo viola, dunque, pronto a ruggire ancora… Cambiare tutto per non cambiare niente. Ma a Commisso conviene ritrovarsi con la Fiorentina retrocessa con una svalutazione considerevole della società? Così non vorrebbe bene neppure a se stesso. Oltre che alla Fiorentina.