Una Fiorentina "operaia" che non si è mai vista: tra qualità tecnica e assenza di essere squadra
Il 2025 della Fiorentina si chiude nel peggiore dei modi: una sconfitta, l’ultimo posto in classifica e lo spettro concreto della Serie B. È difficile accettare che una squadra che lo scorso anno occupava il sesto posto, con il record di punti della gestione Commisso, sia precipitata così in basso. La débâcle di Parma, la decima caduta pesante in campionato, ha cancellato ogni eco di ottimismo nato dal 5-1 contro l’Udinese, una partita che sembrava aver restituito fiducia, giocata tra l’altro con un uomo in più per gran parte del match. Ciò che più manca alla Fiorentina, però, è il senso di squadra, o almeno questa, è la sensazione che dà.
È evidente che molte compagini, apparentemente inferiori dal punto di vista tecnico, mostrano più determinazione, grinta e passione: dal Pisa che ha messo in difficoltà la Juventus, al Verona o al Lecce viste a Firenze, fino al Cagliari capace di battere il Torino. Anche nell'ultima sfida contro il Parma è venuto fuori questo. Sono stati i padroni di casa a giocare con la mentalità che i viola avrebbero dovuto avere: aggressivi, concentrati, pronti a conquistare i tre punti con il coltello tra i denti. Questa è la qualità che ci si aspetterebbe dalla Fiorentina: combattere su ogni pallone, fino all’ultimo minuto. Ma purtroppo la sensazione non è questa.
Le squadre inferiori per qualità tecnica ma con lo spirito giusto riescono a portare a casa risultati; la Fiorentina, che invece di qualità ne avrebbe anche, non riesce a mostrare la stessa determinazione. Quando Vanoli è arrivato a Firenze, aveva chiesto una squadra “operaia”, pronta a lottare su ogni palla, ma purtroppo quella Fiorentina non si è mai vista. Dopo la partita di staser del Genoa a Roma, si saprà se la distanza dalla zona salvezza resterà contenuta a cinque punti o se aumenterà, ma in ogni caso per uscire dalla zona rossa servirà un’impresa. La sfida con la Cremonese rischia di rappresentare l’ultima opportunità per Vanoli, mentre il mercato può diventare l’ultimo appiglio prima di un eventuale crollo definitivo.






