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…con Alberto Brignoli
Alberto Brignoli porta a casa un trofeo. Il portiere del Panathinaikos è infatti fresco di vittoria della Coppa di Grecia. “Un bilancio? È stato bello vincere. Squadra, allenatore e ambiente erano nuovi, sono soddisfatto”, dice a Tuttomercatoweb l’ex numero uno di Palermo ed Empoli.
Le difficoltà che ha incontrato all’inizio?
“Non c’è stata una cosa particolare. I primi quindici giorni tra la squadra nuova, i nuovi modi di lavorare, la gestione dei momenti… Poi ho capito che non era meglio o peggio ma che dovevo continuare a fare quello che ho sempre fatto. E mi sono ambientato”.
Si vede ancora in Grecia?
“Ho due anni di contratto, ci siamo qualificati per la Conference League. Penso che rimarrò qui. Poi sapete com’è il calcio. La volontà è quella di rimanere”.
A gennaio poteva andare alla SPAL…
“C’è stata questa possibilità. Ho ringraziato la società, poi hanno preso Alfonso. Ma non è andata avanti più di tanto. Ero convinto di finire la stagione qui”.
Pomini sta per rinnovare. A 41 anni…
“Sono contento per lui, davvero. Uno come Alberto lo vorrei sempre in squadra”.
I portieri da cui è rimasto impressionato?
“Sono contento di ciò che ha fatto Provedel. E ha fatto molto bene Vicario: allenandomi insieme a lui mi sono accorto che nel quotidiano era difficile fargli gol. E con Sicignano sapevo che avrebbe fatto un lavoro importante: se entra in empatia con il portiere Vincenzo è un maestro”.
Intanto il Milan ha vinto il campionato.
“Giusto cosí. Non era la squadra più attrezzata, nel calcio tutti possono dire tutto ma poi parlano i numeri. Il Milan con continuità e serietà e con calciatori che venivano bistrattati ha ottenuto un risultato importante”.
L’Inter è lo Scudetto perso: Radu è stato il capro espiatorio…
“Fa parte del ruolo… se su trentotto partite avesse fatto dieci errori sarebbe stata un’altra storia, ma è stato un caso. Al di là dell’episodio, non giocare sempre e farsi trovare pronto non è facile. È comunque il secondo portiere dell’Inter, vuol dire che ha qualità”.
Costruzione dal basso: lei come la vede?
“Se fatta bene la trovo utile. Ti apre il campo, ovviamente va fatta in undici. Se ti ritrovi a farla in cinque o sei saltano i piani. Devi essere in grado di mettere a disposizione del portiere determinate possibilità. Il portiere deve essere nelle condizioni di sbagliare la scelta del passaggio e non il passaggio. Poi nell’arco di trentotto partite due errori possono starci”.
Le difficoltà che ha incontrato all’inizio?
“Non c’è stata una cosa particolare. I primi quindici giorni tra la squadra nuova, i nuovi modi di lavorare, la gestione dei momenti… Poi ho capito che non era meglio o peggio ma che dovevo continuare a fare quello che ho sempre fatto. E mi sono ambientato”.
Si vede ancora in Grecia?
“Ho due anni di contratto, ci siamo qualificati per la Conference League. Penso che rimarrò qui. Poi sapete com’è il calcio. La volontà è quella di rimanere”.
A gennaio poteva andare alla SPAL…
“C’è stata questa possibilità. Ho ringraziato la società, poi hanno preso Alfonso. Ma non è andata avanti più di tanto. Ero convinto di finire la stagione qui”.
Pomini sta per rinnovare. A 41 anni…
“Sono contento per lui, davvero. Uno come Alberto lo vorrei sempre in squadra”.
I portieri da cui è rimasto impressionato?
“Sono contento di ciò che ha fatto Provedel. E ha fatto molto bene Vicario: allenandomi insieme a lui mi sono accorto che nel quotidiano era difficile fargli gol. E con Sicignano sapevo che avrebbe fatto un lavoro importante: se entra in empatia con il portiere Vincenzo è un maestro”.
Intanto il Milan ha vinto il campionato.
“Giusto cosí. Non era la squadra più attrezzata, nel calcio tutti possono dire tutto ma poi parlano i numeri. Il Milan con continuità e serietà e con calciatori che venivano bistrattati ha ottenuto un risultato importante”.
L’Inter è lo Scudetto perso: Radu è stato il capro espiatorio…
“Fa parte del ruolo… se su trentotto partite avesse fatto dieci errori sarebbe stata un’altra storia, ma è stato un caso. Al di là dell’episodio, non giocare sempre e farsi trovare pronto non è facile. È comunque il secondo portiere dell’Inter, vuol dire che ha qualità”.
Costruzione dal basso: lei come la vede?
“Se fatta bene la trovo utile. Ti apre il campo, ovviamente va fatta in undici. Se ti ritrovi a farla in cinque o sei saltano i piani. Devi essere in grado di mettere a disposizione del portiere determinate possibilità. Il portiere deve essere nelle condizioni di sbagliare la scelta del passaggio e non il passaggio. Poi nell’arco di trentotto partite due errori possono starci”.
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