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L'Inter cala il poker e risponde alla Juve: 4-0 sull'Udinese. Lo scudetto è una poltrona per due
Inter batte Udinese 4-0: a segno Calhanoglu, Dimarco, Thuram e Lautaro.
Dobbiamo iniziare a parlare di quarto d'ora nerazzurro. All'Inter basta ancora meno, in verità, per superare la resistenza dell'Udinese, che a base di difesa e contropiede onora il bianconero senza però avere l'impressionante solidità della Juventus. I nerazzurri di Simone Inzaghi superano con il risultato di 4-0 l'ostacolo friulano, per la verità parecchio temuto nel gelo del Meazza: perché la squadra di Gabriele Cioffi ha fisicità e perché l'operazione controsorpasso si possa sempre dietro una componente psicologica non semplice da gestire. Esame superato a pieni voti per la capolista, che concentra a fine primo tempo quasi tutti i gol: il rigore di Hakan Calhanoglu, contestato dagli ospiti più che altro per il controllo al monitor che tradisce l'incertezza di Di Bello, il diagonale di Federico Dimarco e il tap-in facile facile di Marcus Thuram. Il secondo tempo è una melina senza grossi sussulti dei padroni di casa, interrotta dai timidi tentativi udinesi di rimettersi in corsa - più dovere che convinzione - e infine dal poker calato dal solito Lautaro Martinez. Nuovo sorpasso interista sulla Vecchia Signora di Allegri e soprattutto più nove sul Milan di Pioli: la corsa allo scudetto, è convinzione diffusa ormai da tempo, sarà un duello. Lo benedice anche San Siro.
Il live TMW di Inter-Udinese.
L'Udinese resiste mezzora Il copione di gioco è chiaro dai primissimi minuti: le geometrie dell'Inter e le ripartenza dell'Udinese. Il fortino bianconero viene messo a dura prova: solo il palo ferma Lautaro, Silvestri è attento sul tap-in di Dimarco dopo il cross di Bisseck. L'unica occasione per gli ospiti arriva sulla prima vera accelerata di Samardzic - bersagliato di fischi e cori da chi sognava di averlo in squadra - che porta alla conclusione imprecisa di Pereyra. Alla mezzora, San Siro inizia a cantare e la gara cambia: Dimarco arriva al cross, Perez poggia la mano sulla spalla di Lautaro, che finisce a terra. Incerto, l'arbitro Di Bello va al monitor e infine assegna calcio di rigore: lo segna Calhanoglu, è il via libera alle danze. Nei sei minuti successivi, di gol nerazzurri ne arrivano altri due: il primo lo firma proprio Dimarco, con un diagonale potente dopo il filtrante di Calhanoglu. Il terzo ha la firma di Thuram, facile facile a seguito del tocco morbido di Mkhitaryan. 3-0 all'intervallo.
Mancava solo Lautaro. Nessun cambio alla ripresa: sotto di tre gol, Cioffi aspetta l'ora per i primi cambi, sostituendo anche Samardzic, nuovamente subissato dai fischi di San Siro. Inzaghi, viceversa, inizia a pensare alla Real Sociedad: fuori Bastoni e Thuram, poi anche Dimarco e Calhanoglu. Sussulto udinese appena prima del 70': Sommer respinge male un tiro dalla distanza di Lovric, sulla sfera si avventa Lucca che segna ma è in posizione irregolare. La girandola di cambi prosegue, si rivede anche Sensi per risparmiare Mkhitayan, ma il secondo tempo si gioca per onor di firma e basta. Lo colora, ancora di nerazzurro, Lautaro, che segna il suo quattordicesimo gol in campionato approfittando della fiacca resistenza di Payero.
Dobbiamo iniziare a parlare di quarto d'ora nerazzurro. All'Inter basta ancora meno, in verità, per superare la resistenza dell'Udinese, che a base di difesa e contropiede onora il bianconero senza però avere l'impressionante solidità della Juventus. I nerazzurri di Simone Inzaghi superano con il risultato di 4-0 l'ostacolo friulano, per la verità parecchio temuto nel gelo del Meazza: perché la squadra di Gabriele Cioffi ha fisicità e perché l'operazione controsorpasso si possa sempre dietro una componente psicologica non semplice da gestire. Esame superato a pieni voti per la capolista, che concentra a fine primo tempo quasi tutti i gol: il rigore di Hakan Calhanoglu, contestato dagli ospiti più che altro per il controllo al monitor che tradisce l'incertezza di Di Bello, il diagonale di Federico Dimarco e il tap-in facile facile di Marcus Thuram. Il secondo tempo è una melina senza grossi sussulti dei padroni di casa, interrotta dai timidi tentativi udinesi di rimettersi in corsa - più dovere che convinzione - e infine dal poker calato dal solito Lautaro Martinez. Nuovo sorpasso interista sulla Vecchia Signora di Allegri e soprattutto più nove sul Milan di Pioli: la corsa allo scudetto, è convinzione diffusa ormai da tempo, sarà un duello. Lo benedice anche San Siro.
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L'Udinese resiste mezzora Il copione di gioco è chiaro dai primissimi minuti: le geometrie dell'Inter e le ripartenza dell'Udinese. Il fortino bianconero viene messo a dura prova: solo il palo ferma Lautaro, Silvestri è attento sul tap-in di Dimarco dopo il cross di Bisseck. L'unica occasione per gli ospiti arriva sulla prima vera accelerata di Samardzic - bersagliato di fischi e cori da chi sognava di averlo in squadra - che porta alla conclusione imprecisa di Pereyra. Alla mezzora, San Siro inizia a cantare e la gara cambia: Dimarco arriva al cross, Perez poggia la mano sulla spalla di Lautaro, che finisce a terra. Incerto, l'arbitro Di Bello va al monitor e infine assegna calcio di rigore: lo segna Calhanoglu, è il via libera alle danze. Nei sei minuti successivi, di gol nerazzurri ne arrivano altri due: il primo lo firma proprio Dimarco, con un diagonale potente dopo il filtrante di Calhanoglu. Il terzo ha la firma di Thuram, facile facile a seguito del tocco morbido di Mkhitaryan. 3-0 all'intervallo.
Mancava solo Lautaro. Nessun cambio alla ripresa: sotto di tre gol, Cioffi aspetta l'ora per i primi cambi, sostituendo anche Samardzic, nuovamente subissato dai fischi di San Siro. Inzaghi, viceversa, inizia a pensare alla Real Sociedad: fuori Bastoni e Thuram, poi anche Dimarco e Calhanoglu. Sussulto udinese appena prima del 70': Sommer respinge male un tiro dalla distanza di Lovric, sulla sfera si avventa Lucca che segna ma è in posizione irregolare. La girandola di cambi prosegue, si rivede anche Sensi per risparmiare Mkhitayan, ma il secondo tempo si gioca per onor di firma e basta. Lo colora, ancora di nerazzurro, Lautaro, che segna il suo quattordicesimo gol in campionato approfittando della fiacca resistenza di Payero.
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