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Fiorentina, il mercato di gennaio ha aggiunto pochissimo. Anzi, probabilmente ha tolto
La Fiorentina sta vivendo una fase di difficoltà critica, nella quale sembra che in pochi giorni sia stato rimesso in discussione un intero progetto che sembrava quantomeno rinsaldato dal rinnovo fino al 2027 fatto scattare per l'allenatore Palladino, alla vigilia dell'amara semifinale di ritorno di Conference con il Betis. Il lavoro del tecnico in queste ore è sotto attacco e la sua posizione appare ancor meno stabile alla luce delle parole espresse dal suo ds Pradè dopo la sconfitta di Venezia, nella quale suggeriva di essere pronto a riflessioni profonde con il dg Ferrari e, soprattutto, col presidente Commisso.
Le riflessioni però volendo potrebbero anche toccare l'operato dello stesso Pradè. E una critica nei suoi confronti, quantomeno, potrebbe arrivare a sottolineare una scarsissima connessione con i desiderata e le idee tattiche del suo allenatore Palladino. Ancora più nello specifico si potrebbero per esempio osservare i trasferimenti di gennaio della Fiorentina e balzerebbe subito agli occhi come in pochi abbiano realmente contribuito alla causa. Qualcosa è stato ottenuto giusto da Fagioli, specie nel primo mese e mezzo di avventura in viola, o da Pablo Mari, che più volte ha dimostrato affidabilità. Da tutti gli altri, praticamente niente: Ndour è rimasto fuori dalla lista UEFA ma questo non gli ha dato troppo spazio neppure in Serie A, Folorunsho ha fatto tanti ruoli ma senza brillare in nessuno, Zaniolo ha inciso attorno allo zero sulle sorti viola. Zero come i gol, gli assist o i palloni da lui toccati nel subentro di giovedì scorso con il Betis.
Sicuramente sul piatto della valutazione va messo anche il fatto che Palladino non sia riuscito a tirare fuori il meglio dai profili sopracitati, ma ad un occhio attento non sfuggiranno le criticità presenti nella rosa della Fiorentina. L'assenza di sostituti veri e propri per Kean e Dodo (quest'ultima ancor più grave considerando che Kayode c'era ma è stato venduto senza essere rimpiazzato) nei momenti bollenti di quest'annata, per esempio, ha giocato di certo la sua parte. Così come il contributo praticamente nullo portato in dote dal mercato di gennaio. Che anzi, rischia di aver persino tolto qualcosa a questa Fiorentina.
Le riflessioni però volendo potrebbero anche toccare l'operato dello stesso Pradè. E una critica nei suoi confronti, quantomeno, potrebbe arrivare a sottolineare una scarsissima connessione con i desiderata e le idee tattiche del suo allenatore Palladino. Ancora più nello specifico si potrebbero per esempio osservare i trasferimenti di gennaio della Fiorentina e balzerebbe subito agli occhi come in pochi abbiano realmente contribuito alla causa. Qualcosa è stato ottenuto giusto da Fagioli, specie nel primo mese e mezzo di avventura in viola, o da Pablo Mari, che più volte ha dimostrato affidabilità. Da tutti gli altri, praticamente niente: Ndour è rimasto fuori dalla lista UEFA ma questo non gli ha dato troppo spazio neppure in Serie A, Folorunsho ha fatto tanti ruoli ma senza brillare in nessuno, Zaniolo ha inciso attorno allo zero sulle sorti viola. Zero come i gol, gli assist o i palloni da lui toccati nel subentro di giovedì scorso con il Betis.
Sicuramente sul piatto della valutazione va messo anche il fatto che Palladino non sia riuscito a tirare fuori il meglio dai profili sopracitati, ma ad un occhio attento non sfuggiranno le criticità presenti nella rosa della Fiorentina. L'assenza di sostituti veri e propri per Kean e Dodo (quest'ultima ancor più grave considerando che Kayode c'era ma è stato venduto senza essere rimpiazzato) nei momenti bollenti di quest'annata, per esempio, ha giocato di certo la sua parte. Così come il contributo praticamente nullo portato in dote dal mercato di gennaio. Che anzi, rischia di aver persino tolto qualcosa a questa Fiorentina.
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