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Mancini: "Pafundi fu una provocazione. Rimpianto Balotelli? Ha vinto, ma poteva fare di più"
Intervenuto al Festival dello Sport di Trento, Roberto Mancini ha raccontato le convocazioni più inaspettate durante la sua carriera da commissario tecnico. Queste le dichiarazioni dal palco dell'ex allenatore della Nazionale italiana, raccolte da TMW:
La chiamata di Zaniolo era un appello a far giocare i giovani?
"Zaniolo lo vidi in Under 19, aveva un anno in meno. Vidi quell'Europeo dove c'erano Tonali, Scamacca e altri. Zaniolo pensavo potesse diventare un grande calciatore quando lo vidi".
La chiamata di Pafundi?
"Era una provocazione, certo. Ma è un altro mistero questo ragazzo: giovane, talentuoso, gioca il Mondiale Under 20 a 18 anni ed è comunque fra i migliori: come può non giocare in Serie A?".
Balotelli non è riuscito a farlo andare?
"(ride, n.d.r.). Mario è un bravissimo ragazzo".
Il rimpianto più grande della sua carriera è proprio Mario?
"Lui alla fine ha vinto tanto, poteva essere uno dei più grandi attaccanti di questi anni, questo sì. Tecnica, fisico, potenza. Poi ha vinto con Inter, City ed è arrivato in finale dell'Europeo anche grazie ai suoi gol, ma poteva fare di più sicuramente".
Retegui?
"Mi era saltato all'occhio non perché facesse cose eccezionali, ma perché in Italia aveva belle intuizioni, movimenti da attaccante vero, così cominciammo a seguirlo con attenzione per poi convocarlo. Sono felice perché fra Genoa ed Atalanta è migliorato tantissimo".
Leggi qui tutte le parole di Mancini dal palco del Festival di Trento
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