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Lo Monaco: "Gud, più problema mentale. In caso di ko con il Milan non manderei via Pioli"
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Intervenuto sulle frequenze di Pietro Lo Monaco ha parlato ai microfoni di Radio Firenzeviola della squadra di Stefano Pioli in particolare di Albert Gudmundsson: "Dei problemi bisogna occuparsene, perché se un giocatore va in nazionale e gioca in scioltezza segnando una doppietta, vuol dire che a Firenze ha un problema psicologico. Gudmundsson gioca in funzione di se stesso, quando va a prendere palla si concentra sul dribbling e non sul servire il compagno. A Genova partiva da sinistra dove c'è meno densità avversaria. Non è un problema tecnico, ma un problema mentale che ha a Firenze".
Pensa che Gudmundsson giochi in funzione di Kean?
"No. Kean è un attaccante che fa movimenti istintivi e questo favorisce Gudmundsson. Poi se noi addebitiamo tutti i problemi a lui sbagliamo, perché ci sono altri problemi, come lo scarso rendimento di Gosens, Fagioli, Dodo o la mancanza di un giocatore a centrocampo che lega il gioco. A Firenze poi i giocatori non hanno una grande pressione, i tifosi vogliono solo vedere un bel gioco".
Gudmundsson dovrebbe essere il più ricercato all'inizio di una partita?
"Gudmundsson è il trait d'union tra attacco e centrocampo, quindi è un giocatore che è subito sollecitato e al centro dell'attenzione. Pioli deve metterli nelle condizioni di rendere al massimo. Al momento ci sono molti giocatori che dovono migliorare le loro prestazione".
Lei in caso di sconfitta contro il Milan cambierebbe l'allenatore?
"Io non sono per mandare via gli allenatori, a meno che la squadra non sia più dalla parte del tecnico. Ora la società si deve stringere e deve aiutarsi per migliorare".
Secondo lei manca un leader caratteriale?
"Sì. Alla Fiorentina manca un coordinatore di gioco. Se Fagioli è stato eletto per questo ruolo, la società ha sbagliato, perché è un giocatore che non ha il gioco nella testa e non sono cose che si insegnano. Pirlo, così come Lodi, fu abbassato a regista e iniziò a dirigere il gioco senza problemi perché era un qualità innata. Il ruolo di coordinatore è come una società di mutuo soccorso perché deve andare sempre in aiuto ai compagni. L'unico che può farlo tra i centrocampisti della Fiorentina è Mandragora".
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