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Rachele Risaliti: "Non si può restare in silenzio di fronte agli auguri di morte verso un bambino"
L’ex miss Italia Rachele Risaliti, moglie del centrocampista del Bari Gaetano Castrovilli, è tornata sui messaggi social ricevuti dopo il pareggio dei pugliesi contro l’Avellino in cui si augurava il cancro e la morte al figlio della coppia che ha appena due anni: “Si tratta di una vera e propria forma di violenza psicologica. - spiega Risaliti all’edizione locale de La Repubblica - Il calcio non è questo, dovrebbe essere un momento ludico, di unione. È chiaro che non sempre le cose vanno come uno spera, c’è chi vince di più e chi di meno, ma questo non giustifica una violenza simile. Non avevo mai ricevuto un messaggio così brutto, soprattutto perché è stato coinvolto anche un bambino di due anni”.
Un episodio che ha riportato alla mente quanto accaduto qualche settimana fa ad Amanda Ferreira, moglie di Dodò della Fiorentina: “È proprio questo quello che mi ha dato più fastidio, che dopo neanche un mese la stessa situazione si sia ripetuta. Abbiamo deciso di denunciare perché non è più il momento di rimanere in silenzio. Speriamo che episodi simili non accadano più: né a noi, né a nessun altro. - prosegue Risaliti - Forse queste persone non hanno la minima idea di quello che si vive nei reparti oncologici”.
Un bruttissimo episodio che è stato stigmatizzato anche dalla società nella giornata di ieri con un lungo comunicato in cui si legge fra l'altro: "La contestazione è un diritto, come è un diritto quello di dissentire, di fischiare, di criticare, anche aspramente. Noi questo lo accettiamo e lo rispettiamo, fa parte del gioco. Ma augurare la morte, la malattia, la sofferenza a una famiglia, questo non è tifo. Questo è terrorismo emotivo. Non ci si può nascondere dietro una tastiera pensando di essere invisibili. Le parole non sono mai "solo parole". Hanno un peso specifico enorme, sono pietre scagliate che lasciano lividi sull'anima, anche se non si vedono a occhio nudo. Scrivere certe atrocità non è un atto di libertà: è la negazione stessa dell'umanità".
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