Genoa, De Rossi: "Il destino mi ha portato qui. Far tornare il 'Ferraris' un inferno"
13.40 - Inizia l'avventura sulla panchina del Genoa per Daniele De Rossi. Il nuovo allenatore rossoblù interverrà oggi in conferenza stampa dal centro sportivo "Gianluca Signorini" di Pegli. Segui la diretta testuale su TUTTOmercatoWEB.com.
14.09 - Inizia la conferenza stampa di Daniele De Rossi: "Ringrazio anche io la società per la fiducia. Diego è una persona che capisce di calcio. Grazie a Sucu e Blazquez e non vedo l'ora di iniziare".
La strada che ti ha portato qui?
"E' il destino che mi ha portato qui. A volte ci sono occasioni da non perdere assolutamente. Nelle ultime settimane, negli ultimi mesi ho avuto contatti con altre squadra. Per mesi ho avuto porte chiuse e poi a gennaio è arrivata la Roma. Tante altre volte ho avuto accostamenti, chiacchiere e non si è fatto niente. Ora c'è il Genoa, che è una grande squadra. E' un grande onore essere qua. Non dico bugie. Sono onorato, oltre che emozionato e carico. Questo ruolo credo vada ricoperto con onore e rispetto".
La squadra?
"Devi essere consapevole di dove sei. Devi rapportarti al DNA della squadra e il Genoa di DNA ne ha da vendere. Io adatterò le mie idee al materiale tecnico che ho. Sono contento di loro, non del tempo che ho nel preparare la prima partita. Ho fretta di fare punti".
Che Fiorentina ti aspetti domenica?
"Se avessi potuto scegliere una squadra da non affrontare era la Fiorentina. Ha giocatori che ti possono tirare fuori la giornata positiva anche nel momento di non positivo. Ma anche noi siamo forti. Lo stadio sarà pieno e i ragazzi hanno un'eccezionale condizione fisica. Sarà un Genoa che ci farà ben sperare per il futuro".
Guardando le partite giocate: che idea si è fatto della squadra?
"E' complicato per me parlarne perché si tratterebbe valutare il lavoro di un collega. Se i punti fossero arrivati, io sarei ancora sul divano. L'errore più grande che possiamo fare è, in tre giorni, dargli 100 notizie e cercare di risolvere le cose più importanti che, forse, sono mancate. Ma proprio guardando le partite non c'è stata nessuna squadra che ha schiacciato il Genoa. Aggiungo anche i piazzati che hanno penalizzato la squadra".
Stupito dall'amore dei tifosi della Roma e del Boca?
"A volte non me l'aspetto ma è bello. Ora sono concentrato sull'amore di un'altra tifoseria. La Roma è la storia di una vita, il Boca molto importante. Io però non voglio passare a Genova col Genoa così da spettatore che timbra il cartellino e se ne va. Mi farebbe piacere andarmene fra qualche anno con un'altra tifoseria che mi vuole bene".
E' vero che doveva essere a Buenos Aires in questo weekend?
"Un motivo per cercare di vincere la prima all'esordio (sorride ndr). Era tanto che non tornavo a Buenos Aires, meglio così. Sono contento così".
Il Genoa a Marassi non ha mai segnato?
"A volte ci sono delle coincidenze. E' sintomo di quando le cose non vanno. E' quello che serve per far riscoppiare l'amore dei tifosi del Genoa. Non penso sia un tabù mentale o un blocco. Ne abbiamo tante in case per poter invertire la rotta".
Il suo modo di essere trasmesso al Genoa?
"Penso che ogni allenatore trasmetta la propria maniera di vivere il calcio. Io trasmetto il mio modo di essere al Genoa. E dò un'importanza vitale nel momento in cui lo faccio. So che poi le cose drammatiche della vita sono altre ma mi avvicino ai ragazzi giovani dopo aver perso e dico che non è finito il mondo ma voglio vedere gente che, pur di non perdere, va oltre il proprio sforzo. So che il Genoa non è una tifoseria che dobbiamo portare dalla nostra parte. Non dobbiamo fare appelli ma portarli dalla nostra parte. Dobbiamo far tornare il 'Ferraris' un inferno".
C'è un errore di cui ha fatto tesoro?
"Forse ci sarebbe bisogno di più tempo per rispondere o forse spegnere le telecamere (ride ndr). Errori ne ho fatti. Quando un errore lo fa un allenatore di poca esperienza viene tirato fuori. L'errore fa parte del nostro lavoro. Bisogna avere la fortuna di essere un tipo autocritico. Fanno parte della crescita dell'essere umano. Quando cresci cerchi di modificare i comportamenti".
Contro la Fiorentina mancherà Malinovskyi. Stai provando qualcuno?
"Sicuramente non giocherà (sorride ndr). Dovrà meritarsi il posto anche se l'ho sempre apprezzato anche da avversario. Ma chi giocherà al suo posto farà la sua partita".
Hai sentito voglia di rivalsa in chi ha giocato meno?
"Io sono qua da due giorni e tutti vanno a mille. Tutti mi hanno dato disponibilità. Le criticità vengono fuori dopo quando uno gioca meno e ci sta. Ho apprezzato la loro voglia di entrare nella mia testa".
Il rosso da allenatore con la Roma.
"E' una coincidenza che mi fa sorridere. Ero un giocatore che qualche rosso l'ha preso. Da allenatore non ho fatto niente e quella volta non me la meritavo l'espulsione. La pagherò cara perché non mi piace stare in tribuna".
Il Genoa ha quello spirito che si rivede nella Roma e il Boca?
"La vita è piena di coincidenze. Col Boca è la stessa filosofia di noi romanisti. Il sogno di rimanerci a lungo lì ce l'avevo, non è stato così e ho metabolizzato il fatto che avrei difeso un'altra squadra. Se avessi potuto cambiare squadra, il Genoa sarebbe stata una di quelle ma anche per il progetto. Quando ho smesso di giocare con la Roma potevo fare mille scelte e ho scelto il Boca per quella passione folle. Qui mi sento al posto giusto. Può nascere un grande amore ma questo nasce se vinciamo le partite".
Anche la Fiorentina ha cambiato tecnico puntando su Vanoli. Come si prepara una partita con la Fiorentina?
"Sono situazioni simili. Loro hanno avuto meno riposo. Dal punto di vista mentale è meglio arrivare da due sconfitte che da una vittoria. La sconfitta clamorosa accende tutti gli allarmi ma è anche meglio avere qualche punto in più. Loro faranno come ho fatto io in questi giorni, cercando di prepararla tatticamente senza stravolgere tutto".
In questo ultimo anno senza panchina ma con una potenziale carriera da dirigente. Come è stata l'esperienza a Ostia?
"Sono ancora un dirigente. Dal primo giorno il patto sarebbe stato che se avessi trovato squadra sarei stato meno presente. Chi è lì sono persone che ho scelto io. Quel ruolo è importante perché ho iniziato a capire cosa passa nella testa di presidenti e dirigenti. Stare dietro la scrivania ti permette di capire come funziona il mondo dall'altra parte. Ho visto tanti allenatori all'altezza, come il nostro da cui c'era sempre qualcosa da imparare".
Vedendo le partite era un problema tattico o altro?
"Abbiamo guardato tutte le partite. Parto dall'ultima: ho visto una squadra viva. Quando si cambia un allenatore si crea uno scossone e col Sassuolo ho visto una squadra che mi è piaciuta e ha segnato nel recupero. Col Parma invece si è sbagliato il rigore. Segno che i dettagli fanno la differenza".
Questa squadra può giocare col 4-2-3-1?
"Io penso che ogni squadra può giocare in qualsiasi modo. Questa squadra è stata costruita per giocare 4-2-3-1 e ha giocato in quella maniera. Col Sassuolo però mi è piaciuta. Ci sono margini per cambiare ma anche proseguire su questa strada".
Cosa non è andato alla SPAL?
"Tornando agli errori fatti in passato, la grande responsabilità è mia. Ma non per la richiesta, ma perché nel momento in cui chiedevo di giocare a calcio la squadra, che era fantastica, non aveva la fisicità che ho trovato qua al Genoa. Qui ho materiale umano, dal punto di vista fisico o muscolare, che mi avrebbe fatto comodo alla SPAL".
Cosa ti ha convinto del progetto Genoa?
"Il direttore innanzitutto. Dopo la SPAL, un grandissimo dirigente come Galliani ci disse a noi corsisti di Coverciano di non scegliere la squadra in base alla piazza ma ai dirigenti. Qui ho dei dirigenti con cui mi posso trovare bene. Ho sentito subito vicinanza e che si potesse accendere quella relazione che si basa sul rispetto dei ruoli".
A Ferrara è stato scelto per il suo passato da giocatore, a Roma per il suo trascorso da bandiera giallorossa. Qui invece come allenatore. Ha valutato l'importanza di questa opportunità?
"E' il Genoa che mi ha chiamato. E' arrivata questa opportunità e quando arriva valuti tutto. So che è una sfida importante, sto maneggiando una cosa importante per tante persone. La SPAL era l'occasione più importante della mia vita, lo è stata la Roma e me la sono giocata penso bene. Qui la dinamica di scelta è la più giusta".
Quanto punti sulla comunicazione?
"Per me è fondamentale. Il materiale umano va conosciuto con cura. E questo fa la differenza. Credo nel lavoro dell'allenatore per quello che riesce a trasmettere ai giocatori. Io dirò loro la verità e nella vita ha sempre pagato. Ciò non significa che vinceremo tutte le partite ma che ho saputo trattare la squadra con rispetto ed esigenza. La mia regola è dire la verità".
Rivitalizzare l'attacco?
"Sarebbe sbagliato parlare di due giocatori se ti riferisci all'attacco. Anche se un allenatore non è bravissimo ma ha una squadra brava in un'area e nell'altra fa punti. Arriveremo a fare tanti gol ma non perché si sono svegliati gli attaccanti".
14.54 - Termina la conferenza stampa di Daniele De Rossi.
Altre notizie
Ultime dai canali
Primo piano






