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Un Verona Pazzo: Torino rimontato da 0-3 a 3-3, decisivi i cambi
Clamoroso al Bentegodi: il Verona rimonta tre reti al Torino e conquista un punto preziosissimo per la sua classifica. Il Torino domina per 70' e si illude con le reti di Ansaldi (doppietta) e Berenguer, poi subisce il ritorno dei padroni di casa, rivitalizzati dai cambi di Juric: Pazzini dal dischetto, Verre e Stepinski fanno impazzire i tifosi di casa.
A specchio - Il Gallo Belotti non è ancora pienamente recuperato, così Mazzarri dà ancora fiducia a Simone Zaza, che contro la Fiorentina aveva dato segnali incoraggianti; alle spalle dell'attaccante lucano ci sono Verdi e Berenguer. Dall'altra parte, Juric ritrova Kumbulla dal primo minuto e sceglie Zaccagni e Pessina alle spalle di Samuel Di Carmine.
Quasi un dominio - Tanto Toro, poco Hellas nella prima frazione. Gli ospiti giocano con grande intensità, aggressività e qualità, mettendo subito in apprensione la difesa di casa: in cento secondi, Berenguer e Zaza costringono Silvestri all'uscita disperata. Gli scaligeri accusano il colpo e provano a mettere il naso fuori dalla propria metà campo grazie soprattutto al grande lavoro di Amrabat, un autentico trascinatore. La tregua dura però solo qualche minuto, perché il Torino torna subito padrone del gioco e sfiora il gol con una bella punizione di Verdi. È il preludio al meritato vantaggio, firmato da Ansaldi: Verdi serve l'esterno sul lato sinistro dell'area, la conclusione è forte e precisa e si insacca tra palo e portiere.
La grande illusione - Che l'atteggiamento della squadra non sia piaciuto a Juric lo si capisce dai due volti nuovi in campo a inizio ripresa: Verre e Stepinski prendono il posto degli evanescenti Zaccagni e Di Carmine e provano a suonare la carica, ma Lazovic si divora il pareggio ed è un errore che costa carissimo agli scaligeri, perché l'uno-due in sei minuti firmato da Berenguer e Ansaldi mette al tappeto il Verona, che perde anche Amrabat.
Come Thiago Motta - Una defezione quanto mai provvidenziale, perché la partita cambia improvvisamente con l'ingresso in campo di Pazzini. L'Hellas prende coraggio e riapre il match grazie a un rigore (dubbio, concesso con l'aiuto del VAR) trasformato dal Pazzo, che poi propizia anche il 2-3 costringendo Sirigu a una super parata. La sfera termina sul palo, Verre è più lesto di tutti a ribattere in rete. Tutto finito? Nemmeno per idea: una dormita di Ola Aina permette a Stepinski di evitare l'offside e di battere Sirigu da due passi. Come lo scorso 26 ottobre in Genoa-Brescia, tutti gli uomini entrati dalla panchina vanno a segno. Finisce così, con un 3-3 che lascia parecchi rimpianti al Torino.
A specchio - Il Gallo Belotti non è ancora pienamente recuperato, così Mazzarri dà ancora fiducia a Simone Zaza, che contro la Fiorentina aveva dato segnali incoraggianti; alle spalle dell'attaccante lucano ci sono Verdi e Berenguer. Dall'altra parte, Juric ritrova Kumbulla dal primo minuto e sceglie Zaccagni e Pessina alle spalle di Samuel Di Carmine.
Quasi un dominio - Tanto Toro, poco Hellas nella prima frazione. Gli ospiti giocano con grande intensità, aggressività e qualità, mettendo subito in apprensione la difesa di casa: in cento secondi, Berenguer e Zaza costringono Silvestri all'uscita disperata. Gli scaligeri accusano il colpo e provano a mettere il naso fuori dalla propria metà campo grazie soprattutto al grande lavoro di Amrabat, un autentico trascinatore. La tregua dura però solo qualche minuto, perché il Torino torna subito padrone del gioco e sfiora il gol con una bella punizione di Verdi. È il preludio al meritato vantaggio, firmato da Ansaldi: Verdi serve l'esterno sul lato sinistro dell'area, la conclusione è forte e precisa e si insacca tra palo e portiere.
La grande illusione - Che l'atteggiamento della squadra non sia piaciuto a Juric lo si capisce dai due volti nuovi in campo a inizio ripresa: Verre e Stepinski prendono il posto degli evanescenti Zaccagni e Di Carmine e provano a suonare la carica, ma Lazovic si divora il pareggio ed è un errore che costa carissimo agli scaligeri, perché l'uno-due in sei minuti firmato da Berenguer e Ansaldi mette al tappeto il Verona, che perde anche Amrabat.
Come Thiago Motta - Una defezione quanto mai provvidenziale, perché la partita cambia improvvisamente con l'ingresso in campo di Pazzini. L'Hellas prende coraggio e riapre il match grazie a un rigore (dubbio, concesso con l'aiuto del VAR) trasformato dal Pazzo, che poi propizia anche il 2-3 costringendo Sirigu a una super parata. La sfera termina sul palo, Verre è più lesto di tutti a ribattere in rete. Tutto finito? Nemmeno per idea: una dormita di Ola Aina permette a Stepinski di evitare l'offside e di battere Sirigu da due passi. Come lo scorso 26 ottobre in Genoa-Brescia, tutti gli uomini entrati dalla panchina vanno a segno. Finisce così, con un 3-3 che lascia parecchi rimpianti al Torino.
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