L'eredità di Cristiano Ronaldo è troppo pesante per uno solo: Juve, Kean non può bastare

Perso un re, non basta un giovane principe. Peraltro mandato in Erasmus a farsi le ossa per un paio di stagioni. I tre anni di Cristiano Ronaldo alla Juventus lasciano più interrogativi che trionfi, soprattutto se si guarda alla Champions League, che poi a livello sportivo era il principale obiettivo dei bianconeri nel mettere a segno il colpo del secolo. È stato davvero tale, o è stato un flop? È stato il viatico per entrare nel gotha del calcio mondiale del terzo millennio, o è stato un buco nero finanziario dal quale ci vorranno stagioni di austerity e "pagherò" per riprendersi? Per chi ha raccontato CR7 come una multinazionale del gol, l'unica risposta onesta è che non ci può essere una sola risposta. Restano le reti, le esultanze appunto: 101 in tre stagioni. Una montagna da scalare, per chi si appresta a doverne fare a meno.
C'è Kean. Ma non ci può essere solo Kean. Un colpo, la Juventus l'ha battuto. Mentre in campo i bianconeri di Allegri soccombevano al ben più brillante e per nulla modesto Empoli, il figliol prodigo viaggiava in aereo alla volta di Torino. È cresciuto, ma non è diventato una star del pallone internazionale, altrimenti non sarebbe tornato a casa a condizioni, economiche e di formula, più agevoli rispetto a quelle con cui è partito. È una risorsa in più, da tanti punti di vista. Ma non può bastare: chiedergli di prendersi sulle spalle l'eredità di uno come CR7 è ingeneroso nei suoi confronti, e soprattutto può risultare controproducente per la Juventus stessa. La quale può continuare a interrogarsi su quel che poteva vincere e non ha vinto con Ronaldo in squadra, ma sulle sue reti poteva fare affidamento, e non sono state certo poche.
Kean più Icardi? A tre giorni dalla fine del mercato, l'essersi presentati con Danilo regista di centrocampo indica che i limiti della rosa a disposizione di Allegri non sono tutti e forse neanche anzitutto lì davanti. La fragilità difensiva, per la Juve che prende gol da 15 partite di fila, sta lì a confermarlo. Ne parleremo. Intanto, però, il tema si pone comunque: Madama non ha un centravanti vero da tre stagioni, e ha ceduto l'unico che abbia segnato con (abbondante) regolarità nel frattempo. "Abbiamo i gol nelle gambe", ha assicurato Allegri. Vero, ma Dybala non può sia creare che finalizzare e lo stesso dicasi per Chiesa; Morata li ha soprattutto nelle serate che contano, ed è un bene, ma spesso nel lungo periodo se li perde per strada. Gli altri, Locatelli a parte, sono gli stessi dell'ultimo campionato e di gol non ne hanno avuti poi tanti. La soluzione sta a Parigi: è un matrimonio, quello con Mauro Icardi, che a Torino ci si immagina da quando ha iniziato a scricchiolare il rapporto con l'Inter. Non è scontato, non è facile, non è detto che succederà. Ma è il giocatore di cui la Juventus, anche quella di Kean, ha bisogno per provare a non sentire la maledetta nostalgia di CR7.
