Samaden: "Pochi talenti? Più cause: dalla concorrenza ai videogiochi. Le mie proposte"
Il numero 1 del settore giovanile dell'Atalanta, che per più di 30 anni ha lavorato in quello dell'Inter, Roberto Samaden, ha rilasciato una intervisa a Libero, nella quale ha parlato di alcuni dei problemi del calcio italiano.
Si dice che l’Italia non produce più talenti, il problema potrebbe essere culturale? Questo calcio ha stancato i nostri giovani?
"È possibile, l’impoverimento è notevole ma la causa del problema non è mai solo una".
Quali e quante ne riconosce?
"C’è più concorrenza, anni fa il calcio era quasi l’unica possibilità che aveva un ragazzo per poter fare sport. Oggi ci sono altre opportunità e inoltre altri interessi catturano i nostri giovani, con il rischio di danneggiarli. Finché praticano un altro sport, fanno il loro bene e quello delle loro capacità motorie, ma il problema sorge quando le alternative allo sport sono legate a uno strumento che non si lancia, non si tira e non si acchiappa, ma che stringendolo tra le mani consente loro di vivere in maniera virtuale quelle che in passato erano esperienze quotidiane legate al movimento".
Come si può arginare un fenomeno di questa portata?
"Attivando azioni concrete che consentano ai ragazzi di svolgere ugualmente tanta attività sportiva. Non basta dire che le cose sono cambiate e che non è più come prima. La responsabilità va tutta agli adulti".
Che azioni propone?
"Calcio nelle scuole, con strutture adeguate. Più spazi attrezzati nei comuni per il gioco libero. Io svilupperei un progetto di Calcio a 5 nelle scuole e farei in modo che i ragazzi possano giocare tanto anche in altri ambienti".
Avete qualcosa di pronto a livello federale?
"Il progetto c’è, adesso si tratta di unire tutte le componenti e mettere al centro l’interesse comune, che è quello che riguarda la crescita dei giovani".
Obiezione: perché le nostre nazionali Under vincono? Come mai i giovani forti diventano adulti scarsi?
"Con le nazionali giovanili abbiamo raggiunto grandi risultati grazie a un lavoro partito nel 2010 con Sacchi, sotto l’abile regia di Maurizio Viscidi. Il risultati raggiunti sono frutto del lavoro di club Italia, non certo perché in quelle nazionali abbiamo i migliori calciatori. Altre nazionali hanno calciatori più pronti dei nostri, alcuni Under 17 e Under 19 della Spagna vincono gli Europei giocando stabilmente in Nazionale A, questo da noi non accade".