Inter, un capitale interno da valorizzare: Diouf, l'esordio choc e l'investimento da proteggere
Resta un enigma il percorso di Andy Diouf all’Inter. Il centrocampista francese classe 2003, arrivato a fine agosto per circa 23 milioni di euro, in tre mesi ha collezionato appena 23 minuti sui 1350 disponibili. Un impiego ridottissimo che, nonostante l’agguerrita concorrenza del reparto (basti vedere le difficoltà di Frattesi), ha il sapore di una bocciatura tecnica e mentale.
A confermarlo sono anche le parole dell’allenatore Cristian Chivu, uno che ai giovani non ha mai avuto paura di dare spazio: il tecnico ha spiegato che Diouf “non è ancora pronto per il calcio italiano”, pur ribadendo come abbia mezzi importanti e ampi margini di crescita. Il nodo, secondo quanto filtrato, sarebbe proprio la componente mentale: il francese non si sarebbe ancora sbloccato dopo un impatto iniziale tutt’altro che semplice.
Il suo debutto contro il Torino, a gara già chiusa sul 5-0, è stato traumatico: pochi minuti e diversi errori, comprensibili visto che era arrivato a Milano da appena due giorni. Meglio contro la Cremonese, dove ha mostrato progressioni e dribbling interessanti, salvo poi regalare il pallone del gol della bandiera agli avversari.
Un peccato, perché Diouf possiede caratteristiche uniche nel centrocampo dell’Inter: mancino, fisico dirompente, quasi 190 cm, capacità di strappo. Un profilo che second l'analisi di Sportmediaset ricorda da vicino quello di Arthur Atta, oggi protagonista all’Udinese dopo una prima stagione complicata. E bruciare un investimento così, magari aggiungendo un altro centrocampista già a gennaio, sarebbe un errore doppio: anche perché, per regolamento Uefa, Diouf non può cambiare squadra. L’Inter il suo “progetto Atta” ce l’ha già in casa. Ora serve pazienza.
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