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TMW - Sabatini: "Proprietà straniere meno appassionate. Saputo eccezione"
Che differenza c'è tra lavorare con una proprietà straniera e una italiana? Ospite del Social Football Summit in quel di Roma, Walter Sabatini, che a questo tipo di esperienze è ormai abituato (ha guidato la Roma di Pallotta e l'Inter di Suning, oggi è coordinatore delle aree tecniche di Bologna e Montrael Impact), ha risposto dal palco a questa domanda: "La proprietà italiana nella maggior parte dei casi vive nel tessuto sociale e si sente più coinvolta. Anche per una questione di lontananza, una proprietà straniera accusa di meno le situazioni negative: quando sei a tanti chilometri di distanza una sconfitta la metabolizzi in modo diverso. Ovviamente c'è meno passione. Non da parte di Saputo, il mio ultimo presidente che è un uomo profondamente legato all'Italia: suo padre è nato a Montelepre ed è orgoglioso della sua estrazione, della sua nascita in Sicilia. Non so come abbia fatto a conservare la sua umanità con quella ricchezza smodata, hanno fondato un impero in Canada: sono persone molto attente alle cose del Bologna e anche del Montreal. C'è un progetto che prevede, attraverso il mio lavoro, di creare un network internazionale che riguardi Bologna, Montreal e altre squadre che poi andremo ad acquisire per cercare collaborazioni che portino calciatori o soldi".
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