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Dybala entra e salva una Juve con le solite certezze e con i soliti difetti
Finisce 1-1, ripresa per i capelli a un minuto dalla fine con un calcio di rigore realizzato da Dybala su intervento in ritardo di Dumfries su Alex Sandro. La Juventus riacciuffa allo scadere una partita che, al quarto d’ora, l’Inter ha sbloccato con Edin Dzeko dopo una carambola sul palo che ha fatto terminare proprio la sfera sui piedi del bosniaco che, a porta vuota, ha ribadito in rete. In casa bianconera si sono viste le solite certezze (fase difensiva ormai ritornata un punto di riferimento) ma sempre con i soliti difetti (pochissima capacità di creare occasioni da gol).
Allegri la risolve con i cambi.
Ci sono sempre un po’ di riflessioni attorno alla capacità di cambiare l’andamento della propria squadra con le sostituzioni: ottime scelte nella lettura della partita o formazione iniziale sbagliata? Per la gara di ieri sera la verità, probabilmente, coinvolge entrambe le concezioni. Il primo tempo bianconero è stato molle, poco produttivo, senza lampi e, soprattutto, con pochissime idee per tentare di far male alla difesa nerazzurra. Fare meglio era, evidentemente, facile e i cambi, di grande qualità, hanno restituito una Juve più tecnica e capace di stringere l’Inter nella propria metà campo. Decisivo il palleggio di Arthur, qualche accelerazione di Chiesa, i movimenti di Kaio Jorge e, soprattutto, la voglia e classe sopraffina di Dybala.
Dybala torna col botto.
Mezz’ora di Dybala è bastata per diradare le nubi del primo tempo. Un mese dopo l’ultima apparizione, la Joya è tornata in campo e la differenza si è vista subito con la ricerca della posizione migliore per ricevere il pallone e con tanta, tantissima, tangibile, voglia di lasciare il marchio sulla serata della Scala del calcio. Timbro lasciato, con la solita freddezza che lo contraddistingue davanti alla porta spiazzando Handanovic dal dischetto. Gol numero 104 con la maglia della Juventus (raggiunto Platini, -1 da Charles) e voglia di leadership anche a parole: “Credo che dopo tanti anni qua, ho imparato tanto dai tanti leader che ci sono. Uno cresce in quella maniera e cerca di aiutare i più giovani. Penso sia arrivato il mio momento e cerco di fare il massimo per la squadra”. Ora la Juve vuole goderselo il più possibile, intanto con l’Inter la Joya ha salvato la sua Signora.
Allegri la risolve con i cambi.
Ci sono sempre un po’ di riflessioni attorno alla capacità di cambiare l’andamento della propria squadra con le sostituzioni: ottime scelte nella lettura della partita o formazione iniziale sbagliata? Per la gara di ieri sera la verità, probabilmente, coinvolge entrambe le concezioni. Il primo tempo bianconero è stato molle, poco produttivo, senza lampi e, soprattutto, con pochissime idee per tentare di far male alla difesa nerazzurra. Fare meglio era, evidentemente, facile e i cambi, di grande qualità, hanno restituito una Juve più tecnica e capace di stringere l’Inter nella propria metà campo. Decisivo il palleggio di Arthur, qualche accelerazione di Chiesa, i movimenti di Kaio Jorge e, soprattutto, la voglia e classe sopraffina di Dybala.
Dybala torna col botto.
Mezz’ora di Dybala è bastata per diradare le nubi del primo tempo. Un mese dopo l’ultima apparizione, la Joya è tornata in campo e la differenza si è vista subito con la ricerca della posizione migliore per ricevere il pallone e con tanta, tantissima, tangibile, voglia di lasciare il marchio sulla serata della Scala del calcio. Timbro lasciato, con la solita freddezza che lo contraddistingue davanti alla porta spiazzando Handanovic dal dischetto. Gol numero 104 con la maglia della Juventus (raggiunto Platini, -1 da Charles) e voglia di leadership anche a parole: “Credo che dopo tanti anni qua, ho imparato tanto dai tanti leader che ci sono. Uno cresce in quella maniera e cerca di aiutare i più giovani. Penso sia arrivato il mio momento e cerco di fare il massimo per la squadra”. Ora la Juve vuole goderselo il più possibile, intanto con l’Inter la Joya ha salvato la sua Signora.
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