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Nessuna big di Serie A ha un centravanti italiano, tranne la Lazio. Solo Petagna dal 2016 in poiTUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
martedì 16 novembre 2021, 12:45Serie A
di Andrea Losapio

Nessuna big di Serie A ha un centravanti italiano, tranne la Lazio. Solo Petagna dal 2016 in poi

Alla vigilia di Euro2016, quando Antonio Conte svelò le proprie carte, in molti criticarono l'allora commissario tecnico per le scelte offensive. Il tandem titolare era quello formato da Eder e Pellè, con Immobile e Zaza in panchina, più un Insigne che nel 3-5-2 utilizzato ha trovato davvero pochissimo spazio. Tra le riserve non c'era nemmeno un attaccante considerato che erano Zappacosta, Rugani e Benassi. Cinque anni dopo l'Italia non è riuscita a trovare un giocatore che potesse stravolgere quelle scelte. Perché se per raggiunti limiti di età sia Eder che Pellè non sono stati più richiamati, sperando in un ciclo diverso da Ventura in poi, dall'altro le alternative non lo sono realmente.

In Italia non c'è un grande attaccante che sia uno. Tutte le big hanno un parco offensivo di non italiani: l'Atalanta con Zapata e Muriel (aspettando Piccoli), la Roma con Abraham e Mayoral, il Milan con Giroud e Ibrahimovic, l'Inter con Dzeko e Lautaro, il Napoli con Mertens e Osimhen: l'eccezione sarebbe Petagna, l'unico uscito negli ultimi anni ma che è poco più di una riserva in azzurro. L'unica è la Juventus che oltre a Morata può contare su Kean, comunque infortunato e non un numero nove che sfonda la rete avversaria. Così bisogna pescare nella Lazio con Immobile che, al netto delle tantissime critiche (anche giuste) avrebbe fatto gran comodo contro Svizzera e Irlanda del Nord. È l'unico che gioca le Coppe con regolarità. Altrimenti nel Sassuolo, con Raspadori e Scamacca, nella Sampdoria con Caputo o Quagliarella, nel Genoa con Destro.


È solo una questione di tempo? È possibile che in 60 milioni di abitanti non escano almeno 3-4 giocatori di livello europeo? A centrocampo il ricambio generazionale è avvenuto, pensando al tris con Sturaro, Parolo e Giaccherini visto contro la Germania a Bordeaux. In attacco no: solitamente il centravanti matura più tardi, intorno ai 28-30 anni. Ma da noi a quell'età ci arrivano dopo avere girovagato (tanto) in provincia e giocato poco nelle big, se non per nulla. Investire nei giovani può essere una frase fatta, ma la realtà è che gli italiani - in tutti i campi - non hanno nessuna intenzione di farlo.