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FOCUS TMW - L'Italia non esporta calciatori. Solo 4 o 5 sono di interesse Nazionale (come Gnonto)
Wilfried Gnonto è la bella notizia di un'Italia che elogia un pari contro la Germania. L'ala, scuola Inter, è stato protagonista assoluto nello Scudetto con lo Zurigo, totalmente inaspettato ma più che meritato. Salvo poi diventare una Supernova con l'assist a Pellegrini, una ciambella di salvataggio a cui aggrapparsi nel momento più buio dell'era Mancini. Si capirà (presto) quale sarà il ruolo di Gnonto nella nostra Nazionale, ma se il buongiorno si vede dal mattino... In compenso c'è, evidentemente, una stortura nel modo di fare calcio in Italia. Gnonto non sarebbe mai arrivato alla convocazione fosse rimasto in Serie A, questo è vero. Ma quanti giocatori cambiano Nazione per cercare uno sbocco professionale diverso? La risposta è: ben pochi. L'anno scorso lo ha fatto Mulattieri, diventando poi un goleador con la maglia del Volendam. Quest'anno è stata la volta di Oristanio, anche lui scuola Inter, che ha raggiunto la promozione con lo stesso Volendam.
Così scartabellando fra gli italiani all'estero, troviamo di fatto pochissimi giovani italiani che possono ambire alla Nazionale. Franco Tongya è stato sacrificato dalla Juventus sull'altare del fair play finanziario (8 milioni di scambio con Aké) e gioca solo nella seconda squadra dell'Olympique Marsiglia. Sebastiano Esposito è partito alla grande con il Basilea ma ora dovrebbe rientrare all'Inter per poi fare di nuovo un'altra esperienza. Denis Franchi, portiere del PSG, è in un ruolo che non ha bisogno di grandi alternative con Donnarumma già presente. C'è Fabio Chiarodia, difensore minorenne del Werder Brema, che in realtà è nato in Germania ed è cresciuto lì. Infine Giacomo Quagliata, titolare all'Heracles Almelo in Eredivisie.
Così la verità è che oltre a non giocare nel nostro campionato, i calciatori italiani all'estero non ci vanno e sono pochissimi. C'è qualche eccezione come Donnarumma o Verratti, oppure Jorginho (che del tutto italiano non è). Spesso però sono calciatori che sono già passati dalla Nazionale con poco costrutto per il presente - quasi tutti quelli in Turchia, da Balotelli a Borini - oppure non più giovanissimi che vogliono però rimanere nel professionismo cercando altrove fortuna. L'Italia non fa giocare i giovani, né li esporta. Ed è un attimo capire come mai non ci sono calciatori.
Così scartabellando fra gli italiani all'estero, troviamo di fatto pochissimi giovani italiani che possono ambire alla Nazionale. Franco Tongya è stato sacrificato dalla Juventus sull'altare del fair play finanziario (8 milioni di scambio con Aké) e gioca solo nella seconda squadra dell'Olympique Marsiglia. Sebastiano Esposito è partito alla grande con il Basilea ma ora dovrebbe rientrare all'Inter per poi fare di nuovo un'altra esperienza. Denis Franchi, portiere del PSG, è in un ruolo che non ha bisogno di grandi alternative con Donnarumma già presente. C'è Fabio Chiarodia, difensore minorenne del Werder Brema, che in realtà è nato in Germania ed è cresciuto lì. Infine Giacomo Quagliata, titolare all'Heracles Almelo in Eredivisie.
Così la verità è che oltre a non giocare nel nostro campionato, i calciatori italiani all'estero non ci vanno e sono pochissimi. C'è qualche eccezione come Donnarumma o Verratti, oppure Jorginho (che del tutto italiano non è). Spesso però sono calciatori che sono già passati dalla Nazionale con poco costrutto per il presente - quasi tutti quelli in Turchia, da Balotelli a Borini - oppure non più giovanissimi che vogliono però rimanere nel professionismo cercando altrove fortuna. L'Italia non fa giocare i giovani, né li esporta. Ed è un attimo capire come mai non ci sono calciatori.
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