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tmw / juventus / Editoriale
La Juve che verrà sarà sempre più giovane e sostenibileTUTTO mercato WEB
lunedì 28 novembre 2022, 12:32Editoriale
di Antonio Paolino
per Bianconeranews.it

La Juve che verrà sarà sempre più giovane e sostenibile

Una tavola rotonda sulla sostenibilità del calcio italiano evidenzia l'importanza delle seconde squadre e la necessità per i club di aver più coraggio

Verrebbe da dire "finalmente!", ma l'esclamazione rivolta alla Juventus, avrebbe anche un risvolto critico ingeneroso visto che la squadra bianconera resta ancora l'unica, tra le big di serie A, ad aver creduto e investito sulla seconda squadra. Il presidente Agnelli ci ha creduto appena maturata l'occasione – cinque anni fa – ma poi si è ritrovato solo nel portarla a compimento. Questione di possibilità economiche, ma soprattutto di programmazione e visione oltre i limiti dell'attuale sistema calcio. E ci aggiungerei anche di scarsa volontà da parte di quei club pronti a spremere fino all'ultima goccia tutti i benefit delle compravendite: compro a poco, magari con qualche pesante agevolazione fiscale, e rivendo a molto di più. Equazione che porta a non valorizzare a dovere un proprio tesserato se non in ristrette logiche commerciali. Qualche responsabilità, comunque, ce l'hanno anche i grandi club che hanno continuato a rifornirsi di giocatori senza far spazio ai giovani dei loro settori giovanili, mettendo in forte discussione gli investimenti procapite di anni di formazione. Dovrebbero comunque metter mano alla normativa le Federazioni interessate, sempre che ne abbiano forza - politica – e voti a sufficienza per cambiare gli statuti interni. Tanto per essere chiari: la Juve ha una squadra in Lnd, ma non ha diritto di voto e di parola. Prima la pandemia e poi le necessità di bilancio hanno imposto un cambio di strategia. Ed ecco allora che sono rispuntati, un po' in ritardo comunque, i Miretti e i Fagioli. Non che prima spuntassero dei Bettega, Del Piero e Marchisio con costanza. E comunque sempre pochi da quando hanno cominciato ad avventarsi sul calcio personaggi a dir poco affidabili. Insomma, il calcio italiano arriva, come il Paese, in ritardo a utilizzare con coraggio i giovani. Meglio plusvalenze, prestiti e pesanti provvigioni per i procuratori a cui certo non si può condannare di aver spesso tolto le castagne dal fuoco ai club. Vedasi Kean rientrato alla base in pochissimi secondi dopo l'addio di Ronaldo.
Caso esemplare, come l'acquisto del vestito di Babbo Natale a pochi minuti dalla consegna dei pacchi dono. Ma a quale costo?

Futuro Juve – A gennaio si ripartirà da Fagioli e Miretti. E a giugno si chiuderà sicuramente con Di Maria, che ha solo un anno di contratto, e forse anche con Paredes a meno di un forte sconto del Psg sul prezzo del riscatto non più obbligato, data l'eliminazione dalla champions. Perché eventualmente tenerlo? Per compensare la quasi scontata partenza di Rabiot che non porterà nulla nelle casse societarie. Oltre che per mantenere anche dal punto di vista numerico e dell'esperienza il livello della squadra. La Juve si sta concentrando sui difensori di fascia. Monitora quelli sotto contratto e guarda alle operazioni più compatibili anche all'estero. Ipotizzare una squadra esclusivamente italiana, e allo stesso tempo competitiva e sostenibile, è impensabile. Forse impossibile, ma neppure necessaria. Servono regole per scardinare il sistema e valorizzare il prodotto interno... calcio. Per chi vuole e anche per gli altri. Altrimenti continueremo sempre ad allenare idee promuovendo i tanti prodotti, a volte “talentini”, stranieri. A proposito. Una settimana fa chiudevo l'editoriale con i nomi di Milinkovic e/o Zaniolo. Questa volta, inverto solo i nomi. A lunedì con le nostre Cose di Calcio su Radiobianconera dalle ore 13 alle ore 15.