Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / juventus / Editoriale
Cronaca di una vendetta annunciata.TUTTO mercato WEB
domenica 28 maggio 2023, 20:42Editoriale
di Roberto De Frede
per Bianconeranews.it

Cronaca di una vendetta annunciata.

Alla vendetta ho sempre preferito la rivincita. (Johann Wolfgang von Goethe)

L’avverbio “bianconero” più ricorrente degli ultimi mesi è: perché?

Una domanda legittima di chi vorrebbe comprendere il motivo per cui una squadra di calcio è stata ed è più spesso in tribunale che in campo, a cercare di racimolare briciole di giustizia, che alla fine non è stata messa neanche in grado di raccoglierle. Purtroppo una giustizia, o meglio ancora, una sentenza (e non sarà l’ultima) basata non sul diritto, ma sulla “politica”, nonostante il giudice secundum leges è il modo più perfezionato e razionalizzato di fare giustizia, Calamandrei docet.  

Conosco ciò che è visibile ad “occhio nudo” e su questo posso riflettere. Il resto, - ne siamo ben consci tutti - quello avvistabile e scibile attraverso periscopi e telescopi che vanno oltre, non è percepibile. Al massimo lo si può immaginare, con dubbi e paure. Quindi semplicemente con il supporto dei miei occhiali, d’ausilio ad una leggera miopia, vado a scrivere le mie riflessioni su quanto visto sino ad ora, tentando di motivare l’origine di quel “perché”.

La sventurata situazione d’oggi della Juventus, sanzionata e penalizzata nuovamente in attesa di chi sa cosa altro ancora, è stata quantomeno generata dal tentativo della dirigenza bianconera, assieme ad altre europee, di fondare la SuperLega, una competizione alternativa alla Champions League, sfidando in tal modo il sole con ali di cera! Il comunicato della nascita arrivò di notte, e da quel 19 aprile del 2021 nulla è stato più lo stesso. Dopo 48 ore il necrologio proclamato dallo stesso Agnelli, come si lesse sul Tuttosport del 21 aprile: “Dichiarazione del vicepresidente della Superlega: La SuperLeague non può andare avanti. Dobbiamo essere franchi e onesti. Evidentemente non è il caso, non proseguirà". Dopo di ciò, il volo di Icaro è cessato definitivamente il 28 novembre 2022, sempre in serata: dimissioni del cda della Juventus.    

La giustizia sportiva da allora ha vessato la Juventus. Apparentemente sembra un ossimoro, ma non è così: se noi conosciamo che errare è dell'uomo non è crudeltà sovrumana la giustizia? Esclamava Pirandello. Beh, e se avesse visto questo ping pong mediatico-politico più che giuridico cosa avrebbe aggiunto? Probabilmente che non c'è tirannia peggiore di quella esercitata all'ombra della legge e sotto il calore della giustizia, come il fondatore della teoria politica della separazione dei poteri ci avrebbe suggerito di dire.

La Superlega è stata vista dal potere regnante come una "rivoluzione" che doveva essere sedata, e i golpisti puniti, prima o poi, ma puniti, per dare un segnale forte e per sancire alleanze più o meno fruttifere per chi è sul trono. Altri, forse più giustamente, l’hanno avvicinata ad un "colpo di stato", concetto forte ma che rende bene l’idea: un fatto contro la legge e al di fuori della legge, o regolamenti che dir si voglia, volto a modificare un vigente ordinamento. Il colpo di stato contiene sempre in sé un elemento di rivoluzione: cioè un brusco mutamento dell'ordine esistente. Ma per rivoluzione, in senso stretto, s'intende un mutamento prodotto da un moto popolare, e quello tentato da Agnelli e dagli altri presidenti non mi sembra possa appartenere ad un azione del popolo. Nel colpo di stato invece il regime viene stabilito attraverso un altro potere che depone la persona o l'organismo detentore delle funzioni di comando e governo, e mai proseguendo in parallelo con il preesistente. La storia di tutti i popoli e di tutti i tempi è ricca di colpi di stato, falliti o andati a buon fine: forse il più famoso fu quello del 18 brumaio del 1799, col quale Napoleone Bonaparte s'impadronì del potere.

Questo è il punto. Il colpo di stato è un rischio che può permettersi un Napoleone Bonaparte, sicuro della sua immensa forza politica e militare, ma chi non ha tale certezza con quali basi si avvia a farne uno? La storia ci insegna che il golpista che fallisce di solito fa una brutta fine e il regnante che resta vincitore medita vendetta. Da qui il mio titolo, parafrasando quello della tragica novella di Gabriel García Márquez. Come potrebbe essere altrimenti? Vi ricordate Ulisse con i Proci? Beh riportando tutto al “gioco del calcio” (a poterlo fare…!), la brutta fine, l’ ”esercito del golpista fallito”, l’ha fatta eccome! Da quel momento il destino della Juventus fu scritto lapidario: una lenta cottura europea, con l’aiuto dei cuochi nostrani, per essere giustiziata affinchè non partecipasse alle competizioni internazionali. Sperando di poter ricominciare la prossima stagione in serie A alla pari con tutte le altre squadre, la Juventus (e intendo dire la squadra, i tifosi, la maglietta!) sta pagando il prezzo di quell’infausto tentativo e sta subendo anche attestazioni di solidarietà da alleati di cui diffiderei.

A quel “perché” originario, mi sono dato questa risposta. Conosco ciò che ho visto ad “occhio nudo”, e su quello ho riflettuto. Chi invece sa altro “telescopicamente”, sorrida pure al mio editoriale. È la vita. E la vita ci ha insegnato pure che la più grande prova di coraggio è sopportare la sconfitta senza perdere il cuore, se possibile con uomini nuovi al comando che sappiano cosa sia davvero la JUVENTUS, senza vendicarsi ma prendendosi una rivincita gloriosa.