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UNA SQUADRA SCORAGGIATA, UN ALLENATORE SENZA CORAGGIOTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
domenica 29 gennaio 2023, 19:12Primo piano
di Redazione TuttoJuve
per Tuttojuve.com

UNA SQUADRA SCORAGGIATA, UN ALLENATORE SENZA CORAGGIO

E' una Juventus senza coraggio, come il suo allenatore, quella che è stata ancora una volta sconfitta meritatamente per la seconda volta in stagione dall'organizzatissima squadra di Palladino, lui sì spavaldo e con una mentalità da big, sul campo di una big. Comprensibile andare a Napoli con un assetto un po'  più guardingo, ma la formazione schierata oggi al cospetto dei campioni di nulla del Monza non è degna di una squadra con ambizioni europee. Era una gara da vincere a tutti i costi alla luce della deprimente classifica, ma il tecnico bianconero, davanti a suoi tifosi, contro una squadra con un tasso tecnico e un monte ingaggi nettamente inferiori, presenta un undici con una sola punta, un trequartista e due esterni a tutta fascia, di cui uno, un terzino puro come De Sciglio, palesemente e comprensibilmente non in condizione e in grande difficoltà, vista la lunga inattivatà e i suoi innati limiti tecnici.

Non è proprio possibile, a priori, impostare una gara d'attacco con questa squadra a trazione posteriore. Le scelte difensiviste del tecnico hanno finito per rovinare anche le poche cose buone viste in questa stagione: vedi Kostic, un pesce fuor d'acqua quando viene chiamato a galleggiare tra difesa e attacco, senza poter dare stabilmente il suo contributo offensivo in termini di cross e slalom nella metà campo avversaria; vedi Di Maria, imbottigliato tra difesa e centrocampo avversari, senza punti di riferimento con cui dialogare, se non l'isolato Kean, chiaramente in imbarazzo nella morsa di tutta la retroguardia brianzola.  E con un atteggiamento così attendista, si concedono inevitabilmente campo, speranze ed occasioni agli avversari, mettendo in difficoltà anche i difensori più navigati.  

I giocatori devono farsi un esame di coscienza, ma anche l'allenatore deve riflettere sui suoi errori, che si trascinano da tempo: si deve interrogare sul perchè le sue squadre, dal Cagliari fino alle formazioni più e meno forti guidate nelle annate bianconere, partono sempre malissimo, accumulando punti di svantaggio in classifica nei primi mesi della stagione e non sempre recuperabili, soprattutto quando non hai più i Buffon, i Barzagli, i Chiellini e altri campioni in rosa. Si deve interrogare sul perchè le sue squadre non fanno mai la partita dal fischio d'inizio, ma attendono il gol subito o l'ultima mezz'ora di gara prima di cominciare ad assediare l'area avversaria. Non è evidentemente una questione tecnica, ma mentale. E la mentalità, la determinazione, la motivazione, sono fattori determinanti che in buona percentuale deve saper trasmettere il gestore del gruppo, non devono emergere per inerzia solo quando la squadra va sotto o le partite volgono al termine. Le assenze, poi, hanno rappresentato il grande alibi, che però regge fino ad un certo punto e contro certi avversari. Non si contano più le figuracce, anche casalinghe, contro le cosiddette provinciali. Nel momento in cui incappi in figure barbine contro squadre dal monte ingaggi ridicolo, subendo inoltre vere e proprie lezioni di gioco, allora sì che serve davvero un esame di coscienza. 

Le tante vittorie di fila arrivate le scorse settimana sono state, almeno per metà, frutto della buona sorte, come riconosciuto anche dagli stessi tifosi bianconeri. Perchè non vai lontano se punti a vincere tutte le partite 1-0 e sempre e solo con prestazioni positive dal sessantesimo-settantesimo minuto in avanti. Le vicende extra-campo e la penalizzazione in classifica di 15 punti, poi hanno fatto il resto. Una squadra scoraggiata e un allenatore senza coraggio.