Per vincere bisogna volerlo assolutamente, non basta il quarto posto
"Bisogna avere fede. La storia della Juventus è fatta di grandi cicli vincenti e di anticicli, purtroppo ora siamo in quello che è un anticiclo nel quale da un po’ non riusciamo a vincere". Le parole di Giorgio Chiellini inquadrano esattamente il momento bianconero. "Speriamo di tornarci quanto prima, sicuramente quest’anno sarà difficile, che non vuol dire non provarci in tutti i modi perché l’ambizione deve essere quella di arrivare al massimo".
Il problema è partire per vincere e poi degradare. Ora l'obiettivo della Juventus - come di altri club - non è più quello di arrivare primi in classifica. Almeno, non è quello principale, perché in un calcio come quello odierno la differenza la fa un'altra cosa, cioè la qualificazione alla Champions oppure no. Da quel momento si può costruire, comprare giocatori oppure evitare di cederne altri. Basti pensare a quanto fatto dal Milan con Tijjani Reijnders in estate, ceduto per evitare un rosso di bilancio corposo, così come tanti altri. Quello che potrebbe accadere alla Juventus in caso di addio di Yildiz.
Andrea Agnelli, nel suo ciclo vincente, ha cannibalizzato la Serie A. Giustamente dal punto di vista juventino, meno per quello delle finanze e del campionato. Il progetto sostenibile porterebbe comunque a vincere, se la partenza sarebbe quella di vincere tutte le partite. Per poi degradare, magari, al quarto posto. Non servono solo investimenti, ma anche mentalità, quella che Chiellini ha rappresentato per anni nella sua carriera in bianconero. Forse un po' persa (non da lui) sull'altare della nuova Champions, quella che ti dà - almeno - 60 milioni all'anno.






