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Cronaca del tramonto di Cristiano Ronaldo: 20 minuti corricchiando senza sorrisi
Cristiano Ronaldo è stato l'escluso extra lusso dai titolari della sfida tra Portogallo e Svizzera valida per gli ottavi di finale del Mondiale. Un'esclusione figlia del comportamento di CR7 a margine della sconfitta contro la Corea del Sud ma anche del rapporto, tutt'altro che stretto tra il fenomeno di Madeira e lo spogliatoio.
Il Fernando Santos ha preso una decisione da grande tecnico, scommettendo sul collettivo più che sul totem, lasciando fuori la stella assoluta del firmamento lusitano per dare spazio agli interpreti più giovani, più in forma e più capaci di eseguire un gioco corale che di fatto è quello che ha annichilito la Svizzera e conquistato un clamoroso 6-1.
Ronaldo è entrato in campo solo al 73', prendendo il posto della vera stella della serata di Doha, quel Gonçalo Ramos che nemmeno nei sogni più belli poteva immaginare una tripletta all'esordio dal 1' in una Coppa del Mondo. Un ulteriore sintomo dell'ottima scelta presa dal ct portoghese.
Nei 20 minuti abbondanti (considerato il recupero) che CR7 è rimasto in campo, ha corricchiato come del resto fatto anche nelle altre partite del Mondiale, mostrando una condizione atletica lontana dalla buona nomea della sua carriera. Un tiro su punizione che come spesso accaduto negli ultimi mesi ha sbattuto sulla barriera senza creare pericoli. Un gol segnato con rabbia all'84' ma almeno due metri in fuorigioco e dunque anche annullato dall'arbitro per la disperazione dell'attaccante. Poi un altro paio di occasioni, che però l'hanno visto tentare senza andare nemmeno vicino alla porta di un Sommer precedentemente crivellato dai colpi portoghesi.
A questo punto è lecito aspettarsi che un collettivo così forte, illuminato dalle giocate stellari di Joao Felix, dalle geometrie di Bernardo Silva e dai gol del giovane Ramos, possa ancora fare a meno del suo giocatore più rappresentativo, ormai lontanissimo dai fasti di un tempo e decisamente avviato verso un viale del tramonto dorato che lo vedrà concludere una carriera straordinaria nel calcio periferico dell'Arabia Saudita.
Il Fernando Santos ha preso una decisione da grande tecnico, scommettendo sul collettivo più che sul totem, lasciando fuori la stella assoluta del firmamento lusitano per dare spazio agli interpreti più giovani, più in forma e più capaci di eseguire un gioco corale che di fatto è quello che ha annichilito la Svizzera e conquistato un clamoroso 6-1.
Ronaldo è entrato in campo solo al 73', prendendo il posto della vera stella della serata di Doha, quel Gonçalo Ramos che nemmeno nei sogni più belli poteva immaginare una tripletta all'esordio dal 1' in una Coppa del Mondo. Un ulteriore sintomo dell'ottima scelta presa dal ct portoghese.
Nei 20 minuti abbondanti (considerato il recupero) che CR7 è rimasto in campo, ha corricchiato come del resto fatto anche nelle altre partite del Mondiale, mostrando una condizione atletica lontana dalla buona nomea della sua carriera. Un tiro su punizione che come spesso accaduto negli ultimi mesi ha sbattuto sulla barriera senza creare pericoli. Un gol segnato con rabbia all'84' ma almeno due metri in fuorigioco e dunque anche annullato dall'arbitro per la disperazione dell'attaccante. Poi un altro paio di occasioni, che però l'hanno visto tentare senza andare nemmeno vicino alla porta di un Sommer precedentemente crivellato dai colpi portoghesi.
A questo punto è lecito aspettarsi che un collettivo così forte, illuminato dalle giocate stellari di Joao Felix, dalle geometrie di Bernardo Silva e dai gol del giovane Ramos, possa ancora fare a meno del suo giocatore più rappresentativo, ormai lontanissimo dai fasti di un tempo e decisamente avviato verso un viale del tramonto dorato che lo vedrà concludere una carriera straordinaria nel calcio periferico dell'Arabia Saudita.
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