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E' necessario lasciarsi il passato alle spalle. A giugno capiremo in che direzione va Mancini
Carota e bastone. E' la strategia di Roberto Mancini che ieri, al termine della gara persa 2-0 contro Malta, s'è presentato scuro in volto in sala stampa per dire che l'Italia non gli è piaciuta poi troppo. "Mi ha convinto di più la prestazione contro l'Inghilterra", la frase che ci ha tenuto a ripetere in almeno un paio di passaggi. Un giudizio commisurato alla forza degli avversari: dall'Inghilterra a Malta è tutta un'altra storia e il commissario tecnico dell'Italia sperava in un risultato più rotondo dopo che i suoi avevano realizzato i primi due gol nella prima mezz'ora. Non è andata così, la squadra s'è accontentata.
Una squadra passata da 29 a 25.4 anni di media
Mancini al Ta' Qali ne ha cambiati otto. Da Verratti a Tonali, da Toloi a Scalvini, da Acerbi a Romagnoli. Ha rivoluzionato l'undici perché l'avversario lo permetteva ma anche perché a Malta s'è giocato 72 ore dopo il dispendioso match del Maradona contro l'Inghilterra. E' così che mentre in quel di Napoli s'è visto un undici ancorato al passato, con 9/11 di giocatori che più di 20 mesi fa hanno vinto l'Europeo, ieri s'è rivista la Nazionale figlia dei test e degli esperimenti degli ultimi 9 mesi. L'età media della squadra è crollata, da 29 a 25.4 anni.
A giugno capiremo in che direzione va Mancini
Un passo indietro, poi due avanti. Con Mateo Retegui che in entrambi i casi ha rappresentato la grande novità. Roberto Mancini oscilla ancora tra vecchie certezze che non esistono più e un futuro che non lo convince fino in fondo. Però i fatti parlano chiaro e il dolce e nostalgico ricordo dell'Europeo non può offuscare il lungo calvario vissuto dalla gara contro la Bulgaria a quella contro l'Argentina. Un crollo tanto inaspettato quanto repentino che ci ha mandato un messaggio chiarissimo: la squadra che ha vinto l'Europeo è acqua passata. Acerbi non è Chiellini, quel doppio play che tanto ci fece gioire due anni dopo vive un'altra storia. Fatta di boccheggiamenti e rincorse a vuoto, sicuramente molto meno entusiasmante.
Ora la Nazionale lascerà spazio al finale di stagione per poi ritrovarsi a metà giugno, per le final four di Nations League. Lì l'asticella tornerà ad alzarsi, in semifinale ci sarà la Spagna e in quel caso servirà di nuovo scendere in campo col miglior undici possibile. A chi si affiderà il ct? Sarà bastata la lezione di Napoli? Ad oggi ancora non c'è una direzione chiara.
Una squadra passata da 29 a 25.4 anni di media
Mancini al Ta' Qali ne ha cambiati otto. Da Verratti a Tonali, da Toloi a Scalvini, da Acerbi a Romagnoli. Ha rivoluzionato l'undici perché l'avversario lo permetteva ma anche perché a Malta s'è giocato 72 ore dopo il dispendioso match del Maradona contro l'Inghilterra. E' così che mentre in quel di Napoli s'è visto un undici ancorato al passato, con 9/11 di giocatori che più di 20 mesi fa hanno vinto l'Europeo, ieri s'è rivista la Nazionale figlia dei test e degli esperimenti degli ultimi 9 mesi. L'età media della squadra è crollata, da 29 a 25.4 anni.
A giugno capiremo in che direzione va Mancini
Un passo indietro, poi due avanti. Con Mateo Retegui che in entrambi i casi ha rappresentato la grande novità. Roberto Mancini oscilla ancora tra vecchie certezze che non esistono più e un futuro che non lo convince fino in fondo. Però i fatti parlano chiaro e il dolce e nostalgico ricordo dell'Europeo non può offuscare il lungo calvario vissuto dalla gara contro la Bulgaria a quella contro l'Argentina. Un crollo tanto inaspettato quanto repentino che ci ha mandato un messaggio chiarissimo: la squadra che ha vinto l'Europeo è acqua passata. Acerbi non è Chiellini, quel doppio play che tanto ci fece gioire due anni dopo vive un'altra storia. Fatta di boccheggiamenti e rincorse a vuoto, sicuramente molto meno entusiasmante.
Ora la Nazionale lascerà spazio al finale di stagione per poi ritrovarsi a metà giugno, per le final four di Nations League. Lì l'asticella tornerà ad alzarsi, in semifinale ci sarà la Spagna e in quel caso servirà di nuovo scendere in campo col miglior undici possibile. A chi si affiderà il ct? Sarà bastata la lezione di Napoli? Ad oggi ancora non c'è una direzione chiara.
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