I fischi a Correa per sperare di cederlo il prima possibile. Ma era una richiesta di Inzaghi

Nell'amichevole di Monza, con l'Al Ittihad, Joaquin Correa è stato bersagliato dai fischi. Fuoco amico, non certo per la paura da parte degli arabi che, di fatto, non avevano una tifoseria presente. È però la cartina tornasole di quella che è la intenzione, da parte degli interisti, di avere un po' più di margine dal punto di vista economico per l'attacco. Perché se è vero che gli obiettivi sono due (e giovani) come Vanat e Konaté - mentre è stato preso e sarà aggiunto alla prima squadra anche Thiago Romano - dall'altra parte è difficile inserire nuovi calciatori con Correa e Arnautovic che restano in uscita. L'austriaco è meno problematico forse perché ha avuto meno tempo per "spazientire" i tifosi.

Correa invece era una precisa richiesta di Simone Inzaghi nel momento dell'arrivo, tre anni fa, dalla Lazio. Scelto come vice Lautaro, nell'attacco a tre che poteva contare su di lui e Dzeko, oltre ad Alexis Sanchez. Poi quarto uomo nella stagione della finale di Champions contro il Manchester City, infine un prestito all'Olympique Marsiglia in cui non ha dimostrato di valere l'investimento a titolo definitivo. Correa nel frattempo ha anche perso la Nazionale, con un infortunio che lo ha tenuto fuori da Qatar 2022.

Correa rimane un tema in casa Inter. Più di tre milioni di stipendio e il rischio minusvalenza, visto che è a bilancio ancora per circa 7 milioni. Insomma, una situazione da mettere a posto e le possibilità si restringono. Chissà che il Genoa, con Gudmundsson verso l'addio, non possa essere interessato.