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Gli errori in Juve-Roma e la necessità della tecnologia. Aspettando l'esperimento VS
“Loro nel primo tempo hanno spinto tanto, noi ci siamo fatte sorprendere un po'. Detto questo, entrambi i gol sono in netto fuorigioco e, se il guardalinee avesse fatto il suo dovere, non ci sarebbero stati. Poi, magari, li avremmo presi in altre occasioni, ma su questo dobbiamo recriminare. Meritiamo un po' più di rispetto: è dall'inizio dell'anno che ci sono un po' di situazioni strane”. Queste le parole nel post gara del tecnico della Roma Alessandro Spugna che pur sottolineando i meriti della Juventus si sofferma su due errori arbitrali che hanno certamente compromesso il big match giocato all’Allianz Stadium di fronte a oltre 30 mila spettatori.
Sia la posizione di Barbara Bonansea in occasione del primo gol, sia quella di Cristiana Girelli sul secondo – segnato da Catore dopo una doppia parata di Ceasar – infatti sono parse irregolari anche se non ravvisate dall’arbitro Andrea Calzavara e dai suoi assistenti facendo tornare d’attualità la questione legata al VAR che non è implementato per la Serie A Femminile – così come per la Serie C maschile – a causa degli elevati costi che comporterebbe. Con l’ausilio della tecnologia probabilmente i due gol sarebbero stati annullati e la gara avrebbe presto un’altra piega, con la Juventus che comunque per quanto creato ha meritato il successo finale.
Si fa dunque sempre più urgente quantomeno l’introduzione di quel Football Video Support (VS), cugino ‘povero’ del VAR, che il presidente federale Gabriele Gravina ha annunciato di voler sperimentare in Serie C e Serie A Femminile per ovviare a certi errori che nei due campionati stanno suscitando polemiche vista ormai il netto divario con quanto accade nelle altre competizioni in cui invece la tecnologia aiuta i direttori di gara a dirimete gli episodi controversi (che comunque non mancano di suscitare polemiche.
Ma cos’è il VS? È la risposta a diverse richieste che la Fifa ha ricevuto da quelle associazioni affiliate che non possono implementare il sistema VAR perché le loro risorse umane e finanziarie sono limitate e le telecamere in uso nelle loro competizioni sono molto poche. A differenza del parente più celebre il VS non interviene in automatico, ma ognuna delle squadre in campo può fare due richieste a partita. Un concetto che si avvicina dunque a quel VAR a chiamata che è già implementato in altri sport (dove prende altri nomi) come pallavolo o tennis, e di cui si discute anche nel mondo del calcio. In assenza di assistenti arbitrali dedicati alla revisione, come avviene nel VAR, sarà un operatore di replay a garantire che all’arbitro venga mostrato il filmato del momento incriminato in modo che possa valutare al meglio l’episodio.
Sia la posizione di Barbara Bonansea in occasione del primo gol, sia quella di Cristiana Girelli sul secondo – segnato da Catore dopo una doppia parata di Ceasar – infatti sono parse irregolari anche se non ravvisate dall’arbitro Andrea Calzavara e dai suoi assistenti facendo tornare d’attualità la questione legata al VAR che non è implementato per la Serie A Femminile – così come per la Serie C maschile – a causa degli elevati costi che comporterebbe. Con l’ausilio della tecnologia probabilmente i due gol sarebbero stati annullati e la gara avrebbe presto un’altra piega, con la Juventus che comunque per quanto creato ha meritato il successo finale.
Si fa dunque sempre più urgente quantomeno l’introduzione di quel Football Video Support (VS), cugino ‘povero’ del VAR, che il presidente federale Gabriele Gravina ha annunciato di voler sperimentare in Serie C e Serie A Femminile per ovviare a certi errori che nei due campionati stanno suscitando polemiche vista ormai il netto divario con quanto accade nelle altre competizioni in cui invece la tecnologia aiuta i direttori di gara a dirimete gli episodi controversi (che comunque non mancano di suscitare polemiche.
Ma cos’è il VS? È la risposta a diverse richieste che la Fifa ha ricevuto da quelle associazioni affiliate che non possono implementare il sistema VAR perché le loro risorse umane e finanziarie sono limitate e le telecamere in uso nelle loro competizioni sono molto poche. A differenza del parente più celebre il VS non interviene in automatico, ma ognuna delle squadre in campo può fare due richieste a partita. Un concetto che si avvicina dunque a quel VAR a chiamata che è già implementato in altri sport (dove prende altri nomi) come pallavolo o tennis, e di cui si discute anche nel mondo del calcio. In assenza di assistenti arbitrali dedicati alla revisione, come avviene nel VAR, sarà un operatore di replay a garantire che all’arbitro venga mostrato il filmato del momento incriminato in modo che possa valutare al meglio l’episodio.
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