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Kelly: "Ho detto sì alla Juve in 10 secondi, non me l'aspettavo". Poi parla di... capelliTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 19:23Serie A
di Alessio Del Lungo

Kelly: "Ho detto sì alla Juve in 10 secondi, non me l'aspettavo". Poi parla di... capelli

Lloyd Kelly, difensore della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista a Small Podcast, format che i bianconeri hanno trasmesso sui propri social: "Non me la aspettavo la chiamata della Vecchia Signora perché in quel momento, anche se non giocavo molto al Newcastle, ero comunque uno dei senatori del gruppo e mi sentivo importante". Come è nata la trattativa? "Il mio agente mi ha chiamato e mi ha semplicemente chiesto: ‘Ti piacerebbe trasferirti alla Juventus?’ Ho impiegato dieci secondi per capire cosa intendesse e poi ho risposto di sì. Andiamo. Anche se la porta fosse stata solo socchiusa, avrei detto: ‘Spingiamo per aprirla’. Per fortuna è successo davvero". Non parla molto con la stampa. Avendo compiuto da poco 27 anni, in che fase di carriera si trova? "Sinceramente mi sento ancora piuttosto giovane. Anche se gli anni passano in fretta, cerco di mantenermi così il più a lungo possibile. Come ho festeggiato? Sono molto tranquillo. Siamo tornati a casa e ho passato del tempo con la famiglia e gli amici. Abbiamo fatto una cena in centro a Torino. Niente di eccessivo. Non sono il tipo che fa grandi feste. Niente discoteche, festival o cene esagerate, preferisco le cose semplici. Quando è il momento di rilassarsi, lo faccio volentieri, ma senza esagerare. Cerco di restare sempre con i piedi per terra". È vero che è ossessionato dai capelli? "Vado dal parrucchiere ogni dieci giorni, più o meno. A volte anche una volta a settimana, se il calendario è fitto di partite. Ma mai più spesso di così. Da una parte mi piace tenermi in ordine, prendermi cura di me. Dall’altra, c’è l’aspetto estetico, lo stile, la moda. Ci sono tantissimi tagli, stili, colori… è anche un modo per esprimersi. C’è stato un periodo in cui ero biondo platino. Super biondo. Succedeva quando ero più giovane, al Bristol City. È durata circa due anni. Poi ho deciso che era tempo di cambiare, crescere un po’, e ho lasciato perdere. Penso che oggi il mio taglio rappresenti me stesso e le mie radici. È una parte della mia identità. La prima volta ho mostrato una foto di Kingsley Coman. Volevo un taglio come il suo. Poi l’ho leggermente adattato, ma sì… direi che è partito tutto da lì". Che ne pensa dei social? "Ci sono tanti aspetti positivi: puoi condividere cose importanti, connetterti con le persone, ispirare. Io cerco di usarli per mandare un messaggio positivo, soprattutto ai più giovani. Che tipo di messaggio? Che con coraggio, disciplina e sogni chiari, si può arrivare dove si vuole. Io li uso per far vedere questo. Non solo calcio, ma anche percorso personale. È un modo per raccontare che ce la puoi fare. A volte anche solo osare con il look può avere un impatto. Culturale, sociale. E può trasmettere qualcosa". La sua vita non è stata semplicissima. "Dall’età di… Quanti anni avevo? Direi sei o sette, io, mia sorella maggiore e mio fratello minore siamo entrati nel sistema di affido e ci siamo rimasti, nel sistema di affido, fino alla maggiore età, cioè 18 anni. E durante quel periodo durato 11 anni, ci siamo trasferiti in tre case diverse con famiglie diverse. Quello che ricordo è uscire da scuola, le elementari, tornare a casa, cambiarmi e uscire subito. Andare al parco. Sì, al parco a giocare. Questo è stato prima di entrare nelle giovanili del Bristol City. Ero sempre fuori a giocare con gli amici, amavamo il calcio. Era una cosa che mi piaceva fare. Ovviamente ero troppo piccolo per pensare che un giorno avrei potuto farlo per mestiere. È sempre stata una cosa che volevo fare, tutto qui".