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Juve, Pessotto: "Scudetto? Accontentarsi è un errore grave. Yildiz ha la mentalità di Alex"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca 2024 @fdlcom
Oggi alle 11:53Serie A
di Ivan Cardia

Juve, Pessotto: "Scudetto? Accontentarsi è un errore grave. Yildiz ha la mentalità di Alex"

Gianluca Pessotto, oggi dirigente della Juventus, è intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva, emittente che oggi festeggia i 15 anni di trasmissione: “Vedere tornare la Juventus a vincere in Italia e in Europa, è la nostra ambizione e il lavoro di ogni giorno di chi lavora nel club. Per DNA, storia, qualità, riusciremo a tornare protagonisti come in passato”. Il nuovo corso inaugurato con Luciano Spalletti? “Bisogna dare tempo per lavorare, giocando tanto è più complicato il lavoro quotidiano perché bisogna recuperare dalle partite. Ogni minuto è importante e ci vuole pazienza. Il mister ha grandi qualità, è questione di tempo ma è evidente come la squadra debba crescere nella sua ambizione e il tempo ci dirà se il percorso è quello giusto. Sono fiducioso, ogni cosa deve insegnare dove si vuole arrivare. Siamo in una fase ancora intermedia, ma i segnali sono positivi”. La Juve deve sempre avere l’ambizione di vincere lo scudetto? “Oggi non siamo in grado di ragionare su quegli obiettivi, ma dobbiamo aver la testa per farlo. Se ci accontentiamo è un errore grave: chi arriva magari non ha esperienza di grandi vittorie e dobbiamo imparare a vincere crescendo e soffrendo. Il valore crescerà, abbiamo già giocatori bravi ma dovremo ancora migliorare e valutare dove intervenire. Dobbiamo lavorare partita dopo partita cercando di ricostruire al meglio per tornare ad essere protagonisti”. Kenan Yildiz grande protagonista. “Il lavoro fatto con i giovani è incredibile, abbiamo avuto ragazzi che si sono affacciati alla Prima Squadra con un percorso completo e lineare. Siamo contenti del risultato ottenuto, Yildiz è il fiore all’occhiello ma ce ne sono stati tanti: Miretti, Savona, Huijsen fra gli altri. Anche quando il percorso non è più nella Juventus è un orgoglio per tutti”. Ha senso il paragone con Del Piero? “È sempre difficile fare dei paragoni, sono arrivato a 25 anni in bianconero e lui ne aveva 21. Quello che li accomuna è la mentalità ed è una cosa che abbiamo notato da subito. Aveva subito chiaro l’obiettivo di diventare un calciatore importante: era così anche Alex, mentalmente un killer. Dovrebbero farlo tutti, lavorando ogni giorno per essere migliori”.